CASTEL DEL PIANO – È stato individuato e dovrà subire le conseguenze del suo gesto: gettare dei gattini in un cassonetto è infatti un vero e proprio reato.
Ricordate i quattro gattini salvati da un cassonetto nel comune di Castel del Piano, a luglio scorso? Ebbene chi li aveva buttati via come fossero spazzatura è stato individuato.
A raccontare la vicenda l’assessore al comune di Castel del Piano, Renzo Rossi: «Si ricorderà il deprecabile e vile episodio di abbandono di gattini accaduto la scorsa estate a Castel del Piano. Una mattina, in una via centrale di Castel del Piano, via Rosselli, dietro all’ospedale, una cittadina, mentre si apprestava a conferire dei rifiuti nei cassonetti intelligenti, sentì dei forti miagolii provenire dall’interno del contenitore».
«La cittadina chiamò immediatamente Sei Toscana per chiedere informazioni sull’apertura del cassonetto. Un addetto di Sei Toscana provvide, dopo aver interpellato i responsabili di zona, nel giro di pochi minuti, a rovesciare il bidone ed a salvare i gattini. Fortunatamente in quella zona viveva anche una collaboratrice dell’Enpa, che immediatamente mise in salvo gli animali dando loro le cure necessarie» prosegue Rossi.
«Ebbene, attraverso la collaborazione di Sei Toscana, gestore del sistema di raccolta dei rifiuti, sono state effettuate le prime indagini sull’abbandono effettuato con un conferimento in un cassonetto per la raccolta indifferenziata ed è stato provveduto ad estrarre i dati degli accessi al contenitore oggetto dell’abbandono e sono stati rilevati i dati personali identificativi necessari».
«Della metodologia di indagine e dell’identificazione è stato quindi informato il locale Comando dei Carabinieri in quanto l’abbandono di animali si configura come reato ai sensi dell’art. 727 del codice penale. Le indagini sono quindi proseguite ed hanno dunque preso la via che doveva prendere, vale a dire quella di un procedimento penale verso chi ha compiuto questo deprecabile e vietato gesto».
«Di tutto questa ringraziamo il Comando dei Carabinieri attivatosi immediatamente, nonché Sei Toscana che attraverso il nuovo sistema di raccolta elettronico è stata celermente in grado di individuare le tessere personali e mi sento di ringraziare personalmente anche chi si fece parte attiva, anche pubblicamente, della questione, vale a dire Annarita Bramerini, direttore provinciale della Cna con cui abbiamo, dall’inizio, condiviso questo percorso virtuoso».
«Sapere che chi ha compiuto il vile gesto possa essere perseguito penalmente, dà un profondo senso di giustizia e di civiltà di cui abbiamo bisogno ogni giorno di più, nonché fare da monito a coloro che possano voler compiere simili gesti in futuro» conclude Rossi.