PITIGLIANO – “Della Canapa non si butta via (più) niente” parafrasando un vecchio detto si può commentare così la sentenza del Tar che annulla il decreto officinali in cui si prevedeva che l’utilizzo della Canapa fosse limitato a semi e fibra.
Ora la Canapa si potrà usare nella sua interezza, compresi i fori. Il Tar ha così accolto il ricorso delle associazioni di produttori di Canapa sativa.
Praticamente il Tar ha sentenziato che “il consumo delle foglie e dei fiori delle varietà di cannabis con un tenore di Thc inferiore allo 0,3% non crea rischi per la salute pubblica tali da giustificare un divieto generale e assoluto della loro commercializzazione”.
Ma praticamente che cosa cambia con la sentenza del Tar? Se i semi, per legge, ricadevano sotto la normativa che regimenta le piante officinali, fiori e foglie invece erano regolate dal testo unico stupefacenti e il loro uso avrebbe dunque richiesto un’autorizzazione preventiva del Ministero della salute.
Il Tar ha chiesto al ministero di giustificare questa scelta, ma non sono state prove concrete al fatto che la scelta fosse fatta per tutelare la salute dei cittadini. Il Tar ha dunque deciso di annullare il testo unico officinali che ostacolava la vendita di tali prodotti.
«Questo significa intanto molto meno spreco nella produzione» afferma Emanuela Delucci, titolare con il marito Francesco Defilippo del vivaio la Foglia d’oro deluxe che produce canapa sativa, ossia con Thc basso come previsto dalla legge, in località Pantano, nel comune di Pitigliano.
Sino ad ora le infiorescenze potevano esser vendute solo con la dicitura “da collezione”. Mentre i semi potevano essere utilizzati per vari scopi, alimentari ad esempio: per farine con cui fare il pane, o biscotti, ma anche cosmetico «Noi per esempio li portiamo in un laboratorio a Siena per fare olio e crema viso che poi vendiamo in tutta Italia» continua Emanuela. Foglie e infiorescenze potrebbero essere utilizzate, ad esempio, per fare tisane, cosa che sino a ieri non era consentita.
Con i fusti e con le foglie, invece, da sempre si producono tessuti, borse, lenzuola di una qualità ottima, molto simile al lino. Una produzione che un tempo, in Italia, era molto fiorente e che, negli anni, è andata scemando proprio per le resistenze legate a questa pianta. Resistenze che però non hanno ragione di essere visto che quelle la cui produzione è consentita sono piante selezionate, con Thc basso. Di fatto viene a mancare la sostanza “drogante”.
«Noi abbiamo circa 1500 piante coltivate in serra – prosegue Emanuela – per farle crescere c’è veramente tanto lavoro, e la possibilità di poter usare tutte le parti delle piante è importantissimo per l’economia di una piccola azienda come la nostra».