GROSSETO – «In Comune si è svolta una commemorazione il cui unico ospite era il dottor Vincenzo Maria De Luca in quanto appassionato di storia, revisionasti e che ha partecipato a convegni di Forza Nuova» sono i giovani democratici della provincia di Grosseto a dirlo, commentando il modo scelto dal Comune di Grosseto per commemorare Il giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, l’esodo giuliano dalmata e le vicende del confine orientale per cui sono state «molteplici le iniziative svolte per l’occasione nel Paese, in Regione ma anche nella nostra Maremma».
«Ci rammarica sapere che nella sala consiliare del comune di Grosseto anche quest’occasione è stata strumentalizzata: infatti nella mattinata di ieri, nel nostro Comune, si è svolta una commemorazione il cui unico ospite era il dottor Vincenzo Maria De Luca in quanto appassionato di storia. Egli si professa uno storico revisionista autore di studi approfonditi sull’argomento foibe e sull’esodo giuliano dalmata, tuttavia, aldilà della passione, egli pare laureato in medicina e chirurgia. Peraltro è fondamentale far notare la sua partecipazione a convegni organizzati da Forza Nuova, partito dichiaratamente neofascista».
«Noi Giovani democratici riteniamo indecente che un’istituzione rappresentante la collettività decida di invitare nel giorno del ricordo delle vittime delle foibe un ospite senza competenze oggettive sul tema. Potevano essere invitati storici accademici, professori dalle varie università della nostra regione o Paese, esperti certificati che senza andare lontano troviamo anche consultando l’Istituto storico grossetano per la resistenza e l’età contemporanea».
«A innumerevoli validi candidati è stato preferito un appassionato, il quale ricopre qualche carica istituzionale in associazioni che trattano il tema ma certo questo non lo rende più preparato e sopratutto oggettivo. È stata fatta la scelta di invitare un ospite con la consapevolezza che questo avrebbe dato un colore politico alle morti» prosegue la nota.
«Noi riteniamo fondamentale ricordare seriamente, oggettivamente, un dramma che costò la vita a tanti innocenti e causò l’esilio di tanti italiani che furono costretti a fuggire dalle proprie terre, paesi e case. La politica dovrebbe evitare di strumentalizzare la storia per i suoi fini, svilendola. Dovrebbe commemorare il 10 febbraio, e portare avanti la memoria di tutte le atrocità del passato tutto l’anno. Ricordare è fondamentale per acquisire una consapevolezza collettiva ed impedire che si possa ricadere nell’oblio del passato».