GROSSETO – Nel Giorno del ricordo, istituito “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, le istituzioni e le rappresentanze degli studenti si ritroveranno sul tema del confine orientale, le foibe, l’esodo degli italiani, la lotta partigiana, italiana e slovena, e sulle centinaia di migliaia di morti che hanno segnato la storia degli ultimi 150 anni di quel territorio.
L’iniziativa curata sotto il profilo storico dalla professoressa Luciana Rocchi e promossa dal Comitato Provinciale Anpi “Norma Parenti”, in collaborazione con la Provincia di Grosseto, la Consulta provinciale degli studenti ed il Parlamento regionale degli studenti della Toscana, verterà quindi sull’ampia questione messa in luce per mezzo dell’istituzione della ricorrenza avvenuta tramite la legge n. 92 del 30 marzo 2004.
L’inizio dei lavori, previsto alle ore 15:30 del 10 febbraio alla sala Pegaso di palazzo Aldobrandeschi in piazza Dante Alighieri a Grosseto, sarà anticipato dall’introduzione e dai saluti di Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto, e di Luciano G. Calì, presidente del Comitato provinciale dell’Anpi.
Una iniziativa che è possibile sintetizzare attraverso l’obiettivo di giungere ad una giornata di memoria osservante di tutte le memorie, delle foibe, degli esodati, delle stragi operate in Slovenia e al confine. Ovvero di una giornata di rispetto e non di oltraggio, di analisi storica e non di propaganda, di fraternità e non di odio, di pace e non di guerra: «In continuità con le proposte intraprese in ambito nazionale ed internazionale dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – spiega Luciano Calì, Presidente del Comitato Provinciale dell’ANPI di Grosseto – occorre ricordare in primo luogo, e senza alcuna reticenza, l’orrore delle foibe e le sue vittime e, assieme, il dramma dell’esodo di tanti italiani. Guardiamo con compassione e rispetto a tutti gli innocenti colpiti da questa immane tragedia, ma nel perdurare dell’assordante silenzio verso “la più complessa vicenda del confine orientale”, non si può che stigmatizzare il silenzio verso l’aggressione dell’Italia fascista e gli innumerevoli efferati massacri che ne seguirono nonché le impunite responsabilità dei criminali di guerra. A 19 anni dall’approvazione della legge prevale una memoria vera e drammatica, ma che è parte di una memoria molto più grande, troppo spesso colpevolmente rimossa».
Per l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia occorre aprire una pagina nuova, in grado di restituire, nella sua interezza, il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo insieme alle incancellabili e criminali responsabilità del fascismo. Un modo per restituire alla ricerca storica quella funzione che oggi, frequentemente, viene invece occupata dalla politica con il rischio di veder accrescere nuovi nazionalismi, già drammaticamente protagonisti del novecento, senza riuscire a giungere a sanare le ferite del passato.