GROSSETO – Oggi a Siena il convegno sulle analisi merceologiche dei rifiuti solidi urbani in Toscana, organizzato da Confservizi Cispel Toscana in collaborazione con Utilitalia e con il patrocinio della Regione Toscana. Presentato lo studio realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Firenze sui risultati delle attività di campionamento svolte dai tutti i soggetti gestori, che nell’arco di due mesi (novembre 2021 e aprile 2022), hanno analizzato in tutto 754 campioni di rifiuti solidi urbani (tratti da raccolte differenziate e indifferenziate, stradali e porta a porta).
“Conoscere cosa c’è dentro i rifiuti urbani è indispensabile per la pianificazione ma anche per la gestione. Sempre più la gestione dei rifiuti, difatti, è vista come valorizzazione di quella miniera di materiali che i rifiuti contengono e che sono sempre più scarsi e costosi. Questa è la base dell’economia circolare, e i risultati delle campagne ci danno indicazioni precise e chiare. Ci sono flussi di rifiuti sempre più consistenti che non vengono ancora intercettati: tessili, pannolini, ma anche parte dei Raee e delle plastiche non imballaggi. Nei rifiuti indifferenziati ci sono ancora risorse materiali preziose, ma soprattutto un alto potere calorifico che può essere sfruttato una volta riciclato il riciclabile. Oggi vanno in discarica rifiuti ancora ricchi, e nelle nostre discariche, quindi, c’è una miniera ancora da sfruttare”. Con queste parole Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel Toscana è intervenuto nel corso del convegno di presentazione dello studio sulle analisi merceologiche in Toscana, evento organizzato dall’Associazione in collaborazione con Utilitalia e con il patrocinio della Regione Toscana, e tenutosi oggi a Siena. Fra gli interventi, anche quelli dei rappresentanti delle tre società gestori della raccolta rifiuti in Toscana: Alessandro Fabbrini, presidente Sei Toscana (gestore dell’Ato Toscana Sud); Nicola Ciolini, presidente Alia Servizi Ambientali (gestore dell’Ato Toscana Centro) e Maurizio Gatti, vicepresidente Retiambiente (gestore rifiuti Ato Toscana Costa).
“Il tema delle qualità richiede un cambiamento culturale e delle abitudini e, soprattutto, un coinvolgimento proattivo delle comunità che animano i territori in cui i gestori lavorano – dice il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini –. Oltre ad accompagnare lo sviluppo delle raccolte verso servizi sempre più efficienti e rispondenti alle esigenze dei contesti territoriali, credo sia necessario lavorare con impegno anche nella comunicazione al cittadino, così da sensibilizzare sull’importanza dei corretti conferimenti in un’ottica di economia circolare e di riduzione degli scarti che risultano dai processi di lavorazione agli impianti”.
Lo studio realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Firenze sui risultati delle attività di campionamento svolte dai tutti i soggetti gestori, che nell’arco di due mesi (novembre 2021 e aprile 2022), hanno analizzato in tutto 754 campioni di rifiuti solidi urbani (tratti da raccolte differenziate e indifferenziate, stradali e porta a porta) rivela esattamente di quali materiali sono composti i rifiuti urbani nella nostra regione, risultando quindi uno strumento importante per il futuro della gestione dei RSU (Rifiuti solidi urbani), in un momento cruciale per la stesura del nuovo Piano regionale dei rifiuti.
“L’indagine odierna – conclude Perini – colma una lacuna importante, offrendo dati sulla composizione di tutti i flussi di rifiuti urbani che è la base di ogni possibile policy di settore, a partire dalla pianificazione regionale. Non è un caso che il Programma Nazionale di gestione dei rifiuti indica alle regioni l’obbligo di allegare ai piani regionali un’adeguata e aggiornata analisi qualitativa. Un’esperienza regionale che oggi è patrimonio di tutti per migliorare la gestione dei rifiuti urbani, e che auspico possa continuare, per garantire un costante monitoraggio dei flussi e dei dati, anche per capire come cambieranno i rifiuti in futuro e per aiutare i gestori a migliorare costantemente il proprio lavoro”.