GROSSETO – È stata inaugurata oggi nel salone antistante l’auditorium nella nuova ala dell’ospedale Misericordia di Grosseto, la mostra dell’artista Dario Vella.
Si tratta di 12 dipinti, realizzati con varie tecniche, che creano un percorso espositivo che si snoda dall’ingresso dell’ospedale fino all’auditorium. La mostra sarà esposta fino al 28 febbraio. All’inaugurazione erano presenti l’artista, il dottor Michele Dentamaro, direttore di presidio ospedaliero, la dottoressa Antonella Valeri, direttore amministrativo della Asl Toscana sud est e il dottor Nicola Falco, direttore contratti sanitari e non sanitari dell’Asl Toscana sud est.
Dario Vella, nato a Piombino nel 1979, vive e lavora a Follonica e unisce alla grande passione per il writing e la street art, uno studio pittorico e grafico in cui emerge una personale maturità artistica con soggetti e colori che spaziano dal mondo animale alla quotidianità fino alla ricerca onirica e intimista.
«Nel mio linguaggio gli animali sono un po’ la chiave di lettura per raccontare l’uomo – spiega l’artista – In particolare la tigre, che ho riprodotto in varie opere, rappresenta le passioni spesso pronte a divorare l’animo umano».
«L’arte va d’accordo con la salute – commenta la dottoressa Valeri – perché anche la sanità è l’arte di far bene alle persone: usare la gentilezza, la forza per stare vicino ai pazienti. Queste opere poi si integrano molto bene nel contesto dell’ospedale di Grosseto».
«Questa mostra si inserisce in un progetto di eventi culturali iniziato nel dicembre del 2022 – aggiunge il dottor Michele Dentamaro – per portare la cultura all’interno dell’ospedale. Questo con due obiettivi: favorire forme di aggregazione per chi lavora nell’Asl e sollievo ai degenti. Infatti prima si consideravano gli ospedali ambienti non consoni per la cultura, ma con il passare degli anni abbiamo visto che la cultura fa bene alla salute. Possiamo parlare di un welfare culturale che non ha ancora una visione strategica in Italia, ma che per l’ospedale di Grosseto rappresenta una forma di sperimentazione come poche altre realtà italiane», conclude Dentamaro.