FOLLONICA – Si è aperta con i tortelli fatti a mano degli chef di Girogustando la stagione degli eventi al Mec, il rinnovato Mercato coperto di Follonica.
I due cuochi, Nicola Fantini e Massimo Bucci, hanno fatto una lezione che è partita dalla storia del tortello classico per arrivare alle tante varianti: con la borragine, o con farine differenti. I due insegnanti hanno mostrato le dosi giuste e le differenti chiusure del cornicione.
Al termine della lezione chi è intervenuto ha potuto fare un assaggio di tortelli accompagnati dalla Strada del vino e dei sapori del Monteregio di Massa Marittima.
Girogustando, è l’iniziativa realizzata da CAT Confesercenti Toscana, con Confesercenti Grosseto, Camera di commercio della Maremma e del Tirreno attraverso Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana, che promuove ristoranti, botteghe, produttori e tutte le attività che offrono esperienze di turismo enogastronomico.
«Stiamo totalmente riqualificando quest’area un nuovo modo di vivere lo spazio apprezzando le qualità locali – afferma l’assessore al Comune di Follonica Alessandro Ricciuti -. Ogni operatore è stato coinvolto. Oggi con Confesercenti abbiamo il primo esperimento di show cooking. La logica è quella di raccontare il territorio attraverso la cucina. Con Girogustando presentiamo il tortello in un ottica di valorizzazione delle nostre eccellenze enogastronomiche locali».
«Il segreto per fare un buon tortello – afferma lo chef Nicola Fantini – è scegliere un grandissimo prodotto. La bietolina più fresca, la ricotta più buona. Noi dobbiamo valorizzare il nostro territorio, la Maremma. Io credo tanto nel nostro territorio. Se il prodotto è buono il tortello verrà buono».
«Alla base del tortello c’è la memoria sensoriale – gli fa eco lo chef Massimo Bucci -. Ricordo da piccolo mi nascondevo sotto il tavolo per rubare i tortelli a mia nonna. Oggi abbiamo spiegato le differenze tra le farine, per poi insegnare come si lessano e come si conservano i tortelli. E infine il ripieno: ne abbiamo proposto uno di borragine, uno di bietola e uno con la verbata, come la chiamavano i nostri vecchi, che poi è la maggiorana».
«Crediamo fortemente nella diffusione della nostra cultura culinaria – afferma Marco Di Giacopo di Confesercenti -. Qui, in mezzo alle persone, all’interno di Vetrina toscana. Ma non è finita qui: ci sarà un evento conclusivo in cui parleremo dell’origine, della storia e delle proprietà delle paste fatte in casa che fanno parte della tradizione toscana».