GROSSETO – Il racconto, gli aneddoti e i ricordi di una vita passata sulla pista di atletica, ma anche l’insegnamento ricevuto e l’esperienza per proiettare lo sguardo sul futuro.
Roberto Ribaud, un passato da velocista ai massimi livelli in campo internazionale, si è raccontato al Fossombroni, in un incontro molto partecipato con gli studenti delle classi quarte e quinte a indirizzo sportivo. L’evento, organizzato e moderato dall’insegnante Gabriella Corzani e dal responsabile del corso sportivo della scuola Amedeo Gabbrielli, fa parte dei progetti del Fossombroni in relazione alla conoscenza delle discipline e al racconto delle esperienze vissute, messe a disposizione degli studenti.
Ribaud ha raccontato le fasi salienti della sua carriera, dal rapporto molto stretto con l’allenatore Carlo Vittori, all’amicizia con il conterraneo Pietro Mennea, passando per l’esperienza in pista: dall’interpretazione dei 400 metri piani, ovvero il così detto “giro della morte”, al concetto di squadra nella staffetta, per arrivare alle grandi competizioni, come il mondiale di Helsinki nel 1983 e le Olimpiadi di Los Angeles, disputate nel 1984. Tanti ricordi, ma anche tanti insegnamenti ricevuti che fanno parte del bagaglio della vita. Attraverso lo sport si può tramandare la propria esperienza, un corretto stile di vita, riuscendo al tempo stesso a emozionare i più giovani.
Gli studenti del Fossombroni, infatti, si sono dimostrati attenti e anche incuriositi dai racconti di Roberto Ribaud, primatista italiano della staffetta 4×400 con un record ottenuto nel 1986 e che è stato battuto solamente nel 2021.