SCARLINO – La scoperta risale allo scorso anno. Il naturalista Giacomo Radi a marzo del 2022 trovò in uno spazio verde alle pendici del borgo medievale di Scarlino un esemplare di orchidea di Robert del Nord, una pianta molto rara, che nella provincia di Grosseto si trova solamente a Monterotondo Marittimo e fino a poco tempo fa nella zona dell’Alberese.
(foto di Giacomo Radi)
L’Amministrazione comunale ha deciso di proteggere l’orchidea con un cartello che ne segnala la presenza e ne descrive le caratteristiche. L’iniziativa ha trovato il supporto del progetto di citizen science “X-Polli:Nation” e dell’associazione Giros.
«Lo scorso anno il territorio del Comune di Scarlino si è arricchito di una presenza botanica mai segnalata in precedenza, l’orchidea di Robert (Himantoglossum robertianum) – spiega il naturalista Giacomo Radi –. Le orchidee sono tra le piante terrestri più diffuse al mondo: in Italia vantiamo la presenza di circa 200 tra specie e sottospecie di orchidee spontanee con svariate forme e colori e anche il Comune di Scarlino ospita decine di questi meravigliosi fiori selvatici. L’orchidea di Robert, un tempo simbolo del bacino del Mediterraneo, è suo malgrado diventata anche un simbolo del cambiamento climatico: le temperature sempre più miti del nord hanno permesso la sua colonizzazione. Nella nostra provincia però è ancora una pianta molto rara: al momento è ridotta a tre siti conosciuti, una pianta a Monterotondo Marittimo, alcune, forse non più presenti, al Parco della Maremma e la pianta di Scarlino».
Questa vistosa orchidea che fiorisce d’inverno, si mostra con grandi fiori rosa violacei e con dimensioni che possono sfiorare il metro in altezza. I suoi minuscoli semi sono trasportati dal vento e il suo delicato profumo ricorda quello del gelsomino. «Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di diversi imenotteri come i colorati e paffuti bombi (Bombus hortorum , Xylocopa violacea) – continua Radi –. Nonostante non produca nettare ospita numerose colonie dell’afide Dysaphis tulipae che produce una dolce melata che si accumula nello sperone dei fiori, fungendo così da attrattiva per gli insetti. È importante tutelare questa nuova stazione perché rappresenta lo sforzo di espansione di una pianta che sta attraversando vasti territori per conquistare nuove possibilità evolutive e perché va ad arricchire la biodiversità del nostro territorio. Un’area con numerose specie vegetali e animali è più sana e offre anche la possibilità di ampliare la nostra cultura naturalistica».