ARGENTARIO – L’importante incontro “Valore natura: il ruolo delle aree protette per la tutela e la valorizzazione dell’Italia”, di giovedì 12 gennaio organizzato da Marevivo e Wwf a Roma, dove era invitata Artemare Club, ha trattato temi riguardanti il ruolo delle aree protette, dando voce alle istituzioni che sono protagoniste di questa sfida e a cui le associazioni hanno chiesto di illustrare quello che in concreto si sta facendo per perseguirla in modo corretto.
Dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin al ministro della Protezione civile e delle politiche del mare Nello Musumeci e dal presidente della Commissione agricoltura e turismo del Senato Luca De Carlo; dal presidente dell’Ispra Stefano Laporta al comandante generale delle Capitanerie di porto Nicola Carlone; dal generale dei Carabinieri forestali Raffaele Manicone al presidente di Federpachi Giampiero Sammuri, da molti direttori di Aree marine protette ai tecnici di Wwf e Marevivo, i professori Carlo Blasi, direttore scientifico Centro di ricerca interuniversitario biodiversità, Servizi ecosistemici e sostenibilità e Carlo Alberto Graziani, presidente gruppo di San Rossore, gli interventi hanno sottolineato come «l’obiettivo comunitario della tutela estesa al 30% del territorio e del mare rivesta anche un’importante opportunità di carattere economico e di funzionalità rispetto al contrasto al cambiamento climatico». L’evento è stato moderato dal professor Nicolò Carnimeo e da altri addetti ai lavori, alla presenza di diversi parlamentari di varie aree politiche, con la senatrice Aurora Floridia. Artemare club ha avuto modo di scambiare interessanti e piacevoli battute sui vari argomenti degli interventi.
«Non tutti sanno – spiegano da Artemare – che i governi europei dovranno lavorare per raggiungere l’obiettivo del 30% di territorio protetto entro il 2030 prevede la strategia europea per la biodiversità che continua ad essere un oggetto misterioso per l’opinione pubblica italiana, in un recentissimo sondaggio l’90% dei cittadini non è a conoscenza del fatto che l’Unione europea ha varato una strategia per arrivare entro il 2030 al 30% di territorio e mare protetto di tutta Europa, inoltre, l’86% dei cittadini dice di non essere a conoscenza della riforma costituzionale del 2022 che ha modificato gli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione inserendo all’interno dei principi generali della Carta la tutela della biodiversità e degli ecosistemi e una percentuale ancor più alta di persone non sa che il nostro paese deve porre sotto tutela almeno il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030, obiettivo possibile ma molto difficile se non si aumenta la consapevolezza dell’importanza della conservazione della natura e se non si rendono più efficienti ed efficaci le attuali aree protette, sia terrestre che marine, istituendo anche quelle già previste per legge».
I presidenti di Marevivo Rosalba Giugni e del Wwf Italia Luciano Di Tizio hanno sottolineato «come l’attuale sistema veda le Aree protette relegate ad una sorta di serie B con strumenti e ruolo per diversi rispetto a quelli garantiti alle aree protette terrestri. Le aree marine protette in Italia sono 29, più due parchi sommersi, un numero significativo ma lontano da quello prefissato al 2030, tra le azioni necessarie ricondurre la discipline delle aree marine protette a quella dei parchi marini mediante la riforma della Legge 394, istituire al ministero dell’Ambiente, oggi Mase, una cabina di regia agile e fortemente operativa per individuare in tempi rapidi criticità e soluzioni, realizzare un sistema nazionale delle aree marine protette che consenta lo scambio e favorisca programmi pluriennali comuni, intervenire sulla loro governance e realizzare un inventario della biodiversità nelle Amp, l’adozione di criteri di valutazione che permettano di misurare l’efficacia di gestione di ogni singola area marina protetta, l’insufficienza degli stanziamenti e del personale a queste preposto, il rafforzamento della sorveglianza, l’estensione delle superfici protette attraverso perimetrazioni, nuove istituzioni anche off shore, l’annessione ai parchi costieri di aree a mare. Il sistema Aree Marine Protette ha evidenziato secondo le associazioni evidenti limiti di gestione ed è per questo che viene richiesto coraggio per immaginare anche nuove forme di governante, che segnala come rispetto all’impostazione originaria della norma ci sia state modifiche della governance dei parchi nazionali che hanno portato le aree protette sotto una maggiore influenza degli enti locali indebolendo il ruolo e le competenze inderogabili e quindi obbligatorie dello Stato in materia di conservazione della natura».
«Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso, di promuovere la protezione di almeno il 30% dei nostri mari entro il 2030, è importante lavorare insieme, Worldrise Onlus ha lanciato la campagna “30×30” Italia che conta l’adesione di oltre 50 associazioni di tutela ambientale e collabora con esperti ed istituzioni e ha sensibilizzato centinaia di migliaia di persone sull’importanza delle aree marine protette».
«Il motto a tormentone – aggiunge Artemare club – è che il mare e l’ambiente sono da proteggere subito non solo per noi, ma specialmente per i nostri figli, per i loro figli».