GROSSETO – Il deputato Pd Marco Simiani porta in Parlamento il caso asterisco con un’interrogazione in Commissione al ministro del lavoro e delle politiche sociali.
«La lingua italiana non ha il genere neutro, diversamente dal tedesco, ed è flessiva, a differenza di lingue isolanti come l’inglese o il cinese – afferma Simiani -, il che significa che ogni articolo, pronome, sostantivo e aggettivo viene declinato per genere».
«Recentemente anche nel nostro paese si sta diffondendo l’utilizzo di un asterisco alla fine delle parole, ovviando alla declinazione maschile o femminile, al fine di promuovere un linguaggio maggiormente inclusivo. L’asterisco viene oggi infatti utilizzato per indicare la totalità delle persone senza distinzione di genere»
Nell’interrogazione Simiani scrive che «La Fondazione Grosseto cultura non avrebbe rinnovato all’associazione Clan la convenzione (in scadenza il 31 dicembre 2022) per la gestione del Polo Le Clarisse a causa dell’utilizzo, in una newsletter (peraltro mai pubblicata), di un asterisco per indicare contestualmente le attività; sempre secondo i media Clan aveva accettato la proposta della Fondazione Grosseto Cultura per rinnovare il contratto; la Fondazione stessa sarebbe poi tornata sui suoi passi visto il diniego di Clan di diffondere una nota ufficiale contro l’asterisco; questa decisione sarebbe maturata dopo una richiesta della Fondazione stessa di diffondere una nota di scuse (per un atto quindi non compiuto) in cui Clan prendeva posizione contro l’asterisco».
«Clan è un’associazione culturale fondata a Grosseto nel 2012 con l’intento di promuovere e diffondere la cultura in tutte le sue forme, con particolare riferimento all’attività artistica e alla promozione del territorio, mentre la Fondazione Grosseto Cultura è stata istituita nel 2008 dal Comune di Grosseto, che rappresenta oggi l’unico partner istituzionale dell’ente. La maggioranza del Consiglio di Amministrazione della Fondazione è quindi diretta espressione della giunta comunale» prosegue Simiani.
«Appare evidente che, qualora tali notizie di stampa fossero confermate e la differenziazione di genere fosse la causa del mancato rinnovo della convenzione, si tratterebbe di un fatto gravissimo: verrebbero denigrate la dignità e la professionalità di una associazione che da anni garantisce la promozione di numerose attività culturali nel territorio di Grosseto; gran parte della comunità locale ha preso posizione contro tale decisione rimarcando l’opportunità di garantire la continuità lavorativa dell’associazione Clan e sottolineando come tale decisione si palesemente “un’ingiustizia e un atto di ritorsione”».
«La Fondazione Cultura Grosseto ha smentito in una nota ufficiale questa ricostruzione motivando la scelta di non rinnovare la convenzione “per garantire un risparmio economico” ed “assicurare un miglioramento funzionale e tecnologico dei servizi nelle strutture museali gestite”; è apparso inoltre sui media che l’obiettivo della Fondazione Cultura Grosseto sia quello di affidare alcuni servizi comunali relativi al settore cultura a strutture che non hanno né l’esperienza, né le competenze per rivestire questi ruoli».
Simiani conclude chiedendo se si «sia al corrente dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere il ministro del lavoro, per quanto di propria competenza, al fine di salvaguardare la continuità occupazionale delle professionalità presenti nell’associazione Clan ed evitare che, in ogni caso, l’utilizzo di asterischi nella comunicazione possa essere utilizzato, a livello nazionale ed in ogni settore, come pretesto per non rinnovare convenzioni o licenziare personale qualificato».