GROSSETO – «Costretto a lasciare l’ospedale che mi ospita» così un paziente oncologico lamenta la situazione che si trova a vivere. «Ho un tumore al fegato, un quadro sospetto per patologia oncologica primitiva HCC e con accertamenti ancora in fase di esecuzione. Necessito di assistenza e in procinto di iniziare una terapia, con domanda di invalidità civile e legge 104 in corso di approvazione ed entro due giorni mi troverò costretto a lasciare l’ospedale di comunità del Misericordia di Grosseto che attualmente mi ospita»
«Tutto questo succede dopo il mio rifiuto di essere trasferito in un’altra struttura, senza che mi abbiano dato il tempo per riflettere. E questo accade all’interno di quella che viene definita un’eccellenza, ovvero la sanità toscana che invece nega i diritti fondamentali dei malati privandoli della propria dignità e del diritto all’assistenza e alla cura».
«Un atteggiamento davvero riprovevole e indegno di un paese civile che ha a cuore la salute e il diritto alla cura dei propri cittadini, soprattutto dei più fragili, e li sbeffeggia negando i diritti più elementari. Mi rivolgerò al tribunale del malato per fare valere le mie ragioni e non escludo azioni di tipo legale» conclude.
E all’uomo risponde la Asl che scrive: «A seguito di accurata ricostruzione dei fatti, l’Azienda è riuscita a individuare il signore a cui si riferisce la mail inviata alle redazioni locali. Si tratta di un paziente seguito dall’Oncologia medica dell’ospedale Misericordia. In carico al servizio, è stato puntualmente inserito in un percorso oncologico coordinato da un gom, ovvero un gruppo multidisciplinare di specialisti che in sinergia si occupano del paziente a 360°, anche programmando a priori visite, esami diagnostici, controlli, ecc., in maniera da ottimizzare i tempi e non creare al paziente il disturbo di dover prendere da solo gli appuntamenti e quant’altro».
«Il paziente al momento presenta un quadro clinico stabile che, con tutte le valutazioni del caso, non necessita di ricovero presso una struttura sanitaria. Suddetta condizione è stata comunicata in maniera dettagliata ieri pomeriggio al paziente dallo stesso direttore del polo oncologico di Grosseto, il dottor Carmelo Bengala. Pertanto il paziente, in virtù delle sue condizioni di salute, può e deve essere dimesso dall’ospedale di Comunità, dove si trova attualmente, struttura deputata alle cure intermedie che offre una risposta sanitaria indirizzata a pazienti con bisogno di un alto livello assistenziale, senza sorveglianza medica continuativa».
«Avendo fatto più volte presente ai sanitari le condizioni di disagio di natura sociale in cui si trova, i professionisti hanno richiesto il supporto dei servizi socio-sanitari. È stata proposta una soluzione che avrebbe risolto le attuali difficoltà, ma il paziente, in maniera formale, per scritto, ha dichiarato di non accettare, rifiutando tale possibilità» conclude la nota.