GROSSETO – Sono almeno quattro le istituzioni scolastiche a rischio se dovesse passare il principio del numero minimo di alunni disposto dalla nuova finanziaria.
Il Governo ha infatti alzato ulteriormente la soglia: sino ad ora si parlava di 600 alunni per istituzione scolastica (che significa istituto comprensivo o istituto superiore non plesso) e 400 per le aree montane, il ministro ha invece alzato questa soglia imponendo una media regionale che va da 900 a mille. Questo però se è applicabile in città come Milano, non lo è in un territorio come il nostro vasto e poco antropizzato.
«Già la situazione è critica, tanto che da tempo ragionavamo sulla necessità di richiedere un abbassamento da 600 a 500 – afferma Cristoforo Russo segretario provinciale della Flc Cgil -. Abbiamo istituzioni scolastiche che già così occupano aree troppo vaste come l’istituto comprensivo di Paganico che copre quattro comuni. È impensabile fare nuovi accorpamenti. Che mettiamo Manciano con Capalbio? Castel del Piano con Santa Fiora che è il più piccolo con 241 ragazzi?».
«Vogliamo pensare accorpamenti su sei comuni? Seggiano, Castel del Piano, Arcidosso, Santa Fiora, Semproniano e Roccalbegna: una scuola su sei comuni con le distanze che abbiamo noi, nella nostra situazione è improponibile tenere questi numeri».
«In realtà stavamo già ragionando per fare un ulteriore dimensionamento scolastico. Avevamo già parlato con la Provincia, con il resto delle organizzazioni sindacali, perché volevamo fare un dimensionamento per tutta la provincia, stando però ai vecchi parametri, che già ci stanno stretti, e con una proiezione demografica che ci consenta di non fare piccoli aggiustamenti tutti gli anni. Così invece accorpare significa eliminare istituti, ma dove li togli? In città no perché sono tutti grandi intorno ai mille alunni. Quindi cosa resta da accorpare? I piccoli plessi mandando i ragazzi da una parte all’altra come tra Scansano e Paganico?» chiede Russo.
«Questo ha ripercussioni anche nell’organico, perché la somma del personale Ata, amministrativi e collaboratori scolastici, quando lo accorpi non è la somma di quel che avevi prima ma viene ridotto. Si perdono posti come amministrativi e colaboratori scolastici e in molte situazioni ti troverai a chiudere i plessi perché non avrai più organico. Magari la frazione che ha la primaria non l’avrà più».
La conseguenza sull’organico riguarderà anche gli insegnanti «Perdere organico significa chiudere plessi». E poi ci sarà da organizzare il servizio dei trasporti, con gli alunni, anche piccoli, che dovranno spostarsi da un comune all’altro.
«Di istituti sotto i 900 studenti ce ne sono 19 nella nostra provincia. La norma non prevede espressamente che non possano esistere istituti sotto i 900 alunni, ma parla di media, ma con chi li metti quelli sotto soglia? I parametri non possono essere gli stessi ovunque per una provincia come questa solo perché lo impone la finanziaria. L’unico modo di applicare la normativa è dare deroghe serie».
«Abbiamo coinvolto l’amministrazione provinciale per parlare del dimensionamento. Previsto una serie di incontri. Quella attuale è già una situazione al limite che andrebbe migliorata e non peggiorata» conclude Russo.