GROSSETO – «Da alcuni giorni la politica grossetana ha come protagonisti asterischi, ego grandi come una casa e muri contro muri. Se la politica è l’arte di governare il cambiamento e con esso la vita delle persone, rendendola migliore, siamo sicuri che in questo caso abbia interpretato il suo ruolo al meglio?». Così si legge nella nota di Azione Grosseto. (nella foto il coordinatore provinciale di Azione Francesco Grassi).
«La Fondazione, il cui CdA presieduto in maggioranza da membri espressione di questa amministrazione comunale, sembra mettere davanti il proprio ideologismo e non il merito; i fatti parlano chiaro, raccontano come queste strutture abbiano reso la città di Grosseto più attrattiva dal punto di vista culturale e del tempo libero».
«Si riscontrano le opinioni molto positive dei direttori delle rispettive strutture e del pubblico, sull’operato dei lavoratori e le lavoratrici di queste associazioni cooperative che, con impegno passione e personalità hanno contribuito a rendere i musei della nostra città, non soltanto luoghi dove si conservano opere e reperti storici di preziosa unicità, ma che migliorano la vita dei cittadini con eventi culturali di spessore».
«Non convince la tesi che i principali motivi di questo cambiamento siano il risparmio economico, dato che è stata preventivamente accettata da Clan l’offerta proposta da Fondazione con un trattamento già ridotto, inoltre il risparmio non è l’unico elemento da valutare quando l’obiettivo dovrebbe essere il costante miglioramento della qualità del servizio. Allo stesso modo non convince lo sbandierato principio di rotazione raccomandato alle pubbliche amministrazioni, principio da sempre poco familiare a questa destra, se pensiamo alle posizioni sulla messa al bando delle concessioni balneari, con il fallito tentativo di estensione delle stesse fino al 2033».
«Noi chiediamo l’intervento del Sindaco e dell’assessore Agresti per fare definitivamente chiarezza e ritornare sulla questione mettendo al centro unicamente il merito, i lavoratori delle rispettive associazioni cooperative e le persone. Noi cittadini, che abbiamo soltanto il desiderio di continuare ad usufruire degli ottimi servizi ed eventi finora offerti dai luoghi di cultura della nostra città: Grosseto che era stata fra le 10 finaliste come Capitale della Cultura Italiana 2024 grazie anche al lavoro pregresso di chi si è assunto la responsabilità di adoperarsi con professionalità e dedizione negli ambiti di quelle stesse strutture culturali».