SCANSANO – “La Regione Toscana ha il dovere di garantire a tutti i cittadini, su tutto il territorio, un livello consono di assistenza come previsto dalla Costituzione”: il Comune di Scansano apre la vertenza sanità. Il Consiglio comunale ha discusso in seduta pubblica e approvato all’unanimità un documento che, fatto il punto della situazione e fissa i paletti del confronto con gli interlocutori regionali.
“Sino ad oggi abbiamo avuto solo promesse e parole, nei fatti invece l’assistenza si è progressivamente impoverita” sintetizza la sindaca Maria Bice Ginesi che sottolinea l’importante lavoro fatto, maggioranza ed opposizione assieme.
“In una ventina di anni il distretto sanitario immaginato nel ‘93 per garantire assistenza dopo la chiusura dell’ospedale si è impoverito e svuotato. Nel vero senso della parola. Sono stati persino portati via macchinari donati dalla popolazione, come la lampada a fessura dell’ambulatorio di oftalmologia acquistata dall’allora Banca di credito cooperativo oggi Banca Tema. La pediatria è affidata ad un medico che visita un’ora a settimana. Il servizio di ambulanza è garantito dalla Misericordia di Roccastrada e dalla disponibilità dei volontari. I medici di base si sono ridotti da tre a due. Tutto a danno di una popolazione via via più anziana e fragile che ha visto anche ridursi il servizio di trasporto pubblico. Non è giusto – sottolinea Ginesi – che quel poco che si riesce a garantire sia assicurato dall’encomiabile dedizione del volontariato”.
“Il documento approvato dal Consiglio comunale punta il dito contro una visione aziendalista e accentratrice della Sanità. Il progetto di riforma fondato sulle Case della salute, gli Ospedali di comunità e la telemedicina, individuando Distretti sanitari di base in funzione di un numero minimo di 20 mila abitanti non tiene conto della vastità e scarsa popolazione del territorio e della mancanza di connettività adeguata visto che la banda larga nelle zone rurali è ancora un miraggio. Questo modello – si legge nel documento – per la provincia di Grosseto e realtà come Scansano – porta solo ad una maggiore desertificazione dei servizi e ad un maggiore accentramento”.
“La Regione Toscana deve prendere in considerazione le caratteristiche demografiche, sociali e geografiche del nostro territorio, fornire risposte a azioni concrete ai cittadini andando a conciliare le loro esigenze con i nuovi modelli di somministrazione dei servizi sanitari proposti. Sino ad oggi l’amministrazione comunale si è trovata di fronte ad un muro di gomma, al rimpallo di responsabilità tra Asl e Coeso – prosegue Ginesi -, di promesse fatte (riapertura di alcuni ambulatori per settembre) non mantenute e giustificate dalla mancata disponibilità di medici che invece contattati si dicono pronti a prestare assistenza. Non solo, con l’occasione dei lavori di adeguamento antiincendio, si è arbitrariamente ridotto da 35 a 25 posti la capienza della Rsa – l’unica pubblica rimasta in provincia, con evidente vantaggio per le strutture private – malgrado la disponibilità a garantire un addetto antincendio 24 ore al giorno. In più, si è demandata la definitiva soluzione dei problemi di adeguamento al finanziamento del Pnrr: Una vaga ipotesi senza nessuna certezza”.
“Evidentemente – si sottolinea nel documento – l’azienda Usl Toscana Sud-Est, come tutte le aziende, deve fare profitto quindi anche la Sanità , non è più vista come sanità pubblica, ossia come un diritto di tutti i cittadini al di là dei costi. Le cittadine e i cittadini di Scansano chiedono che venga invertita la rotta garantendo un livello consono di assistenza sanitaria come previsto dalla Costituzione della Repubblica italiana. Chiedono risposte certe e in tempi brevi da chi garantisce la Sanità a tutti i li velli, dalla Regione Toscana agli organi territoriali”