GROSSETO – Ausl Toscana Sudest, Regione e istituzioni locali stanno seriamente valutando di aprire a Grosseto, presso l’ospedale del Misericordia, una sede distaccata del corso dell’Università di Siena in tecniche di laboratorio biomedico, per formare tecnici di laboratorio dei quali c’è un gran bisogno. Dando seguito alla proposta avanzata nel giugno 2021 dalla Fp Cgil maremmana, sulla base dell’analisi del fabbisogno di queste figure professionali sia nel servizio pubblico sia nei laboratori di analisi privati.
«Attualmente nell’Area vasta Toscana Sud Est lavorano quasi 300 tecnici di laboratorio, compresi quelli con contratti di lavoro a tempo determinato assunti per far fronte all’aumento degli esami dovuti alla pandemia di Covid-19 – spiega Salvatore Gallotta, della segretaria della Fp Cgil – Il turn over annuo di queste figure professionali, che saranno indispensabili anche negli anni a venire, è fra il 6 e l’8 per cento. In particolare, a Grosseto abbiamo un problema di carenza di queste professionalità, che entrano per concorso ma provengono prevalentemente dal sud Italia, e quindi lasciano la nostra realtà appena trovano l’occasione di avvicinarsi a casa propria. Con problemi organizzativi evidenti».
Dalla constatazione di questo dato di fatto, la necessità di aprire una sede distaccata a Grosseto del corso di laurea triennale che ha sede a Siena, con otto posti, e una sede distaccata ad Arezzo, con 7. «La laurea triennale – aggiunge Gallotta – prevede l’attribuzione di 180 crediti, 60 dei quali a seguito di tirocinio formativo. Noi abbiamo ritenuto fosse possibile aprire una sede distaccata anche al Misericordia, dove ci sono i laboratori di chimica clinica, microbiologia, anatomia patologica, centro trasfusionale e genetica, nei quali poter svolgere i tirocini. Ma soprattutto così saremmo in grado di offrire ai nostri ragazzi e ragazze un’opportunità di formazione qualificata. Col doppio vantaggio di formare tecnici che partecipino ai concorsi della Toscana Sud Est, interessati a rimanere sul territorio, o in alternativa a ottenere una qualifica professionale spendibile in altre Aziende sanitarie o nel mercato del lavoro privato».
Le lezioni del corso, peraltro, sin da prima della pandemia si svolgono in parte con la modalità della
teledidattica (diversa dalla Dad), come nel caso del polo di Arezzo. «Questa operazione – conclude il suo ragionamento Gallotta, sarebbe sostenibile economicamente attraverso la compartecipazione alle spese tra Regione Toscana e Università di Siena. A suo tempo, abbiamo condiviso quest’idea col direttore generale, Antonio D’Urso, e con la direttrice del Dipartimento professioni tecnico sanitarie, della prevenzione e riabilitazione (19 professioni), Daniela Cardelli, e oggi è arrivato il momento di chiudere il cerchio».