CAPALBIO – “Un cittadino modello. Anzi un cittadino onorario modello. Dal marzo 2019 Alberto era stato insignito del riconoscimento più alto che un comune può assegnare ad un proprio concittadino. Nel caso specifico: per la costanza e tenacia ha contribuito a mantenere la Maremma e Capalbio territori intatti, dove rimane alto il valore della natura e dell’armonia dei luoghi”, così l’ex sindaco di Capalbio Luigi Bellumori ricorda con affetto il critico letterario Alberto Asor Rosa, morto ieri all’età di 89 anni.
“Alberto frequentava Capalbio da oltre 40 anni – prosegue Bellumori -. Nel borgo medioevale conosceva un po’ tutti del paese. Apprezzato a Capalbio come amico prima ancora che come intellettuale, storico e studioso. Era di casa. Numerose le iniziative dallo stesso promosse ed intraprese per fare apprezzare la cultura del paesaggio e dei beni ambientali come priorità da custodirsi con ogni quotidiana azione”.
“Discreto, riservato di tanto in tanto lo si poteva trovare al circolo la Ghibellina sotto palazzo Collachioni intento a giocare una partita a briscola. Per il mare ha sempre scelto l’Ultima spiaggia ma di tanto in tanto raggiungeva anche Macchiatonda ospite di amici”.
“Amico sincero dell’architetto Valentino Podestà, avevano coltivato insieme varie iniziative per la rete dei Comitati. Ricordo vivamente il giorno in cui lo chiamai per invitarlo alla cerimonia di consegna della cittadinanza. Era commosso. Come lo fu al momento della consegna della pergamena in un’affollata sala consiliare”.
“E’ stato un vigile osservatore di quanto accade nel mondo e nel circostante. Spesso ha intrattenuto con i suoi approfondimenti storico-culturali nelle serate estive, piazza Magenta dialogando sul futuro e sulla necessaria urgenza di difendere le risorse di questo nostro pianeta”.
“Aveva una profonda conoscenza di quelli che dovevano essere a suo avviso gli strumenti di tutela da tenere presenti nella stesura dei piani urbanistici. Capalbio lo portava sempre come esempio di bellezza dove la tutela dell’interno e del litorale ha dato un valore aggiunto estremamente significativo all’appeal dei luoghi”.
“In fondo lui riconosceva Capalbio come propria residenza, proprio dentro le mura dell’antica Borgo. Conosceva bene le distese dei boschi, dei prati e delle dune, che arrivano fino al mare; conosceva le vie e viuzze dell’entroterra; e conosceva i capalbiesi dei due sessi, di ogni genere e mestiere, con i quali intratteneva rapporti di profonda amicizia, molti dei quali, quando è arrivato erano bambini o appena adolescenti”.
“Una grande bella persona. Il suo insegnamento non è stato vano e per l’amicizia che ci ha donato insieme al bagaglio intellettuale e di conoscenze del patrimonio ambientale che ci ha trasferito, solo un sincero grazie”, conclude Bellumori.