GROSSETO – “Dalla conservazione di un bene culturale alla valorizzazione di un territorio”. È questo il titolo del progetto che l’archivio fotografico Fratelli Gori ha presentato nel dicembre 2020 partecipando al bando finanziario presentato dalla Fondazione CR di Firenze, con il fine di digitalizzare l’intero archivio fotografico, composto da più di 100mila immagini (negativi su lastre di vetro e pellicole piane), oltre a rubriche cronologiche tematiche sui singoli servizi fotografici, positivi raccolti in album, apparecchi, materiale fotografico ed attrezzature di camera oscura.
«A distanza di due anni – spiegano dall’archivio – siamo oggi in grado di mettere a disposizione della comunità la visione di oltre 20mila immagini, un risultato che supera di gran lunga gli obiettivi che ci eravamo prefissati».
Da oggi, cliccando con il computer, tablet, smartphone sulle pagine dell’archivio, si può viaggiare nella Maremma dell’immediato secondo dopo guerra ed accedere ad un catalogo rappresentativo dell’intero territorio a suo tempo realizzato per l’Ente di Promozione Turistica (borghi, opere d’arte, beni archeologici, manifestazioni religiose, politiche, eventi sportivi, inaugurazioni, posa di prime pietre ecc.).
«Rendere di pubblica fruizione un patrimonio iconografico di natura privata è stato un impegno non solo personale, ma anche economico che abbiamo potuto affrontare grazie al sostegno finanziario della Fondazione CR Firenze, cui si è affiancato come partner il Comune di Grosseto».
«La digitalizzazione dell’archivio Gori – dichiarano il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alla cultura Luca Agresti – è un regalo a tutto il territorio. Un tesoro da scoprire fatto di immagini ed emozioni che hanno attraversato Grosseto e la Maremma nel corso di decenni. Quello tra il mondo della fotografia e la famiglia Gori è un binomio indissolubile, un marchio di fabbrica che ha saputo esportare ovunque nel mondo la nostra storia, i nostri paesaggi, i nostri volti. Grazie all’archivio Gori e a tutti coloro che hanno voluto generosamente sostenere questo imponente progetto».
«Hanno risposto al nostro appello anche le associazioni di categoria e le imprese locali (Ascom Confcommercio, CNA, Seam, Conad, La Selva, Coop Uscita di Sicurezza) che ci hanno garantito la compartecipazione finanziaria al secondo anno del progetto, ancora in essere. Siamo orgogliosi e grati a tutti di averci permesso di realizzare un progetto di comunità: fondazioni bancarie, istituzioni, associazioni di categoria ed imprese locali che si sono presi a cuore l’obiettivo di valorizzare una risorsa iconografica del territorio. È secondo questa filosofia che abbiamo ricercato i servizi esterni che ci occorrevano: Italia Programmi di Filippo Nisticò di Grosseto per l’assistenza informatica ed il sito internet, Atlantide phototravel di Firenze per la digitalizzazione dei fotogrammi, 3logic di Pisa per il database di ricerca».
«In occasione delle iniziative espositive che abbiamo organizzato nel corso degli anni, ma anche dal riscontro sui nostri profili social, abbiamo ricevuto testimonianze significative di persone, ancora viventi, che si sono riconosciute negli scatti dell’archivio fotografico Fratelli Gori, testimonianze che possono essere considerate vere e proprie fonti storiche dirette. Un’agevole e diffusa raccolta di queste testimonianze, abbinata alle relative immagini (come è avvenuto con la recente pubblicazione sull’Enaoli), costituirà un valore aggiunto alla conoscenza e alla valorizzazione del recente passato di un territorio, proprio in quegli anni, oggetto di grandi trasformazioni».
«Disporre delle immagini dell’archivio in formato digitale, inoltre, permetterà non solo di preservare l’integrità del materiale originario, ma ne consentirà una più ampia fruizione attraverso il sito web dedicato (www.archiviofotogori.com), coinvolgendo oltre alla comunità maremmana, anche nuovi pubblici a livello nazionale e internazionale. Attraverso questa operazione globale di valorizzazione dell’archivio, riteniamo sia possibile contribuire alla conoscenza storica del territorio della “Maremma”».