MANCIANO – Sette pecore predate e due ferite. È il triste bilancio della notte tra il 9 e il 10 dicembre nell’azienda Poggio Filippone località Stellata, comune di Manciano.
«L’imprenditore Athos Crociani con il nodo alla gola per la disperazione ci ha spiegato quanto successo» afferma la presidente del comitato pastori di Italia, Mirella Pastorelli.
«Il lupo ha visitato il suo gregge. Un gregge ben custodito con recinzioni alte metri 2,05 antigatto ed elettrosaldate, ma tutto ciò non ha fermato il lupo, che, con un colpo, ha predato sette capi e feriti due. Un danno per l’azienda che sta facendo riflettere l’allevatore Athos, il quale con sgomento e tanto dispiacere sta pensando di chiudere l’azienda, perché non può assistere a certi scempi toccanti sia psicologicamente che economicamente».
«Per Athos sapere i suoi genitori tra i fondatori del caseificio di Manciano e vedere oggi il numero dei soci che si assottiglia sempre più, è un vero dolore per chi ha costruito ed ha creduto in un progetto come la zootecnia. Un danno non quantificabile per lo Stato italiano, sia in termini di posti di lavoro, sia per il disastro idrogeologico, sia per la perdita di produzioni di alta qualità» prosegue Pastorelli.
«Un problema discusso da anni, ma mai risolto, che sta decretando la morte della zootecnia, per assecondare ideologie metropolitane di chi non conosce veramente il problema di chi produce le eccellenze con marchio Made Italy» continua la nota.
«Le predazioni sono all’ordine del giorno e stanno coinvolgendo anche i cani domestici, oltre che le mucche, le capre e gli asini, essendo le campagne ridondanti di predatori».
«Un quadro allarmante per l’economia nazionale, dovuto soprattutto alle predazioni, dove è necessario ribadire l’incompatibilità dell’attività della pastorizia con l’eccessiva presenza del lupo. Il problema predazione si sta allargando a macchia d’olio in tutto il territorio nazionale, mettendo a repentaglio la sopravvivenza dei piccoli allevamenti e provocando ingenti danni ad aziende ben strutturate. L’elevata diffusione di lupi ed ibridi nelle campagne ormai è fuori controllo ed ha minato gli equilibri dell’ecosistema in modo tale da rendere impossibile la pastorizia, ed ultimamente mettendo a rischio l’incolumità delle persone visto l’avvicinarsi ai centri abitati».
La presidente del Comitato Pastori d’Italia, visto che il declassamento non è stato approvato dalla CE chiede al Governo che ribadisca con forza all’Europa «l’importanza che venga accolta la richiesta del declassamento del lupo specie “rigorosamente protetta” nella convenzione di Berna allegato II in “specie protetta” in quanto i numeri dimostrano palesemente che la specie non è più a rischio o in via di estinzione, ritenendo improponibili le affermazioni della relazione Lcie 1 2022. Inoltre se il Governo ha a cuore la situazione della zootecnia mandi in deroga secondo l’articolo 16 della direttiva habitat le aziende dove ci sono le condizioni, approvi il piano lupo con il contenimento, non resti in silenzio dinanzi al grido disperato degli allevatori».