CAPALBIO – Il Premio internazionale per la traduzione, patrocinato dal Comune di Capalbio in collaborazione con il Premio Internazionale Capalbio Piazza Magenta, si rifà il look. La prossima edizione sarà denominata Premio Fondazione Capalbio per l’opera tradotta, perché ogni traduzione è un’opera a sé da valutare secondo i suoi criteri interni.
«Il Premio – commentano Gianfranco Chelini, sindaco di Capalbio, e Patrizia Puccini, assessora con delega alla Cultura – è un appuntamento di particolare rilievo per la stagione culturale. Grazie anche al Premio per l’opera tradotta si favorisce la crescita del nostro territorio in ambito nazionale e internazionale. Un obiettivo che la nostra amministrazione ha voluto perseguire fin dal suo insediamento».
Scopo dell’iniziativa è promuovere il lavoro di traduttrici e traduttori riconoscendone l’importanza come costruttori di dialogo tra popolazioni e culture.
«Nel 2021 – dichiara Emmanuelle De Villepin, presidente della giuria di qualità – nasce il Premio Fondazione Capalbio per l’opera tradotta. Il lavoro di traduzione è determinante per la riuscita di un libro, eppure spesso non ricordiamo neanche il nome di chi ci ha permesso di leggere un capolavoro in un idioma a noi sconosciuto. L’estate scorsa, insieme a Fondazione Capalbio, abbiamo avuto l’immensa soddisfazione di accogliere partecipanti eccellenti che ci hanno generosamente raccontato il loro modo di operare, e un grande, formidabile pubblico ad ascoltarli. Abbiamo così deciso di farlo crescere e voglio esprimere di nuovo la mia gioia di essere la presidente di una giuria così importante per questo premio, che curo insieme a colleghi verso i quali nutro una profonda stima».
Le opere candidate saranno sottoposte a una prima selezione curata dal direttore artistico del premio, il quale sceglierà i cinque libri che passeranno alla fase successiva.
«Dopo il grande interesse suscitato – commenta Daniele Petruccioli, direttore artistico – e la partecipazione straordinaria per qualità e creatività alla prima edizione, insieme a Fondazione Capalbio e a ben due giurie che garantiscono un lavoro appassionato e indefesso abbiamo tutta l’intenzione di veder diventare il Premio Fondazione Capalbio per l’opera tradotta ancora più grande».
La terna delle opere finaliste, scelta da una prima giuria popolare di grandi lettori, sarà esaminata da una giuria di qualità composta dal presidente della giuria, designato da Fondazione Capalbio, e da sei membri espressi da personalità istituzionali, culturali e del territorio.
«Siamo sicuri che anche l’edizione del 2023 – conclude Maria Concetta Monaci, presidente di Fondazione Capalbio – vanterà un numero significativo di opere concorrenti. L’obiettivo è quello di continuare a crescere e di presentare ogni anno un palinsesto sempre più importante e di richiamo per tutti gli autori e le autrici di traduzioni in lingua italiana».
Al vincitore del Premio Fondazione Capalbio per l’opera tradotta sarà consegnata una targa di riconoscimento e un premio di 500 euro.