GROSSETO – Insieme al compianto presidente Giovanni Sbrilli, Mario Falconi, ex funzionario della Prefettura di Grosseto e volontario agli esordi del Sunia grossetano, all’inizio degli anni ’70 fu protagonista dell’organizzazione degli inquilini delle “casette svedesi” – realizzate subito dopo l’alluvione in via Clodia e via Orcagna – che chiedevano fossero sostituite con case vere e proprie in mattoni e muratura. Erano i tempi eroici della nascita del sindacato unitario inquilini e assegnatari affiliato alla Cgil di Grosseto. Che negli anni successivi si sarebbe distinto nelle lotte per la prima casa e per la realizzazione di un piano di edilizia pubblica.
Questa mattina, a Roma all’Auditorium dell’Antonianum, cinquant’anni dopo, Falconi ha ricevuto una targa ricordo per ringraziarlo della sua attività dalle mani del segretario generale nazionale del Sunia, Stefano Chiappelli. Alla presenza del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
L’occasione e stata quella della celebrazione per il cinquantesimo anniversario dalla costituzione del Sunia.
«Era l’ottobre del 1971 – spiega Antonio Terribile, segretario del Sunia maremmano – quando il rappresentante del comitato assegnatari degli alloggi popolari di Barbanella, Giovanni Sbrilli, sollecitò un giovane dipendente della Prefettura di Grosseto, Mario Falconi, a collaborare nelle lotte per la costruzione di alloggi per le famiglie in difficoltà e per la sistemazione delle aree urbane della città. Nel successivo mese di gennaio 72 giunsero voci circa la costituzione a livello nazionale di un sindacato degli inquilini delle case popolari. Il comitato di Grosseto aderì subito e il 26 marzo 1972, convocato in assemblea, approvò l’adesione a quello che sarebbe diventato poi il Sunia: Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari. Giovanni Sbrilli fu eletto segretario generale e Mario Falconi segretario amministrativo; Un ruolo che Mario svolge ancora oggi con lo stesso entusiasmo e la stessa dedizione di quando era agli esordi. Oggi, Mario Falconi guarda con grande preoccupazione il momento di profonda crisi economica e sociale che le famiglie stanno vivendo, di fronte agli sfratti e all’impossibilità di avere un alloggio dignitoso. Lui per primo chiede al sindacato di attrezzarsi per una nuova lotta per un piano nazionale per la casa».
Nel 1973, con la legge 1035, ci fu il riconoscimento ufficiale del ruolo del sindacato e venne prevista la presenza del sindacato all’interno delle commissioni provinciali assegnazione alloggi, presso gli Iacp. A metà degli anni 70 l’Istituto autonomo case popolari, su sollecitazione del Sunia dette inizio ad un piano di costruzioni per la città di Grosseto e per i comuni più importanti, risultando ancora oggi la risposta più appropriata e urbanisticamente valida dopo la devastazione dell’alluvione del 66. Iniziò con la demolizione delle casette svedesi di legno di via Clodia, proseguendo con lo smantellamento delle casette di ferro poste all’inizio dell’odierna via Orcagna, fino alla totale eliminazione delle baraccopoli nelle nostre città.
A Grosseto nacquero così i nuovi quartieri di Gorarella, Alberino, Quartiere Pace, Tiro a Segno e successivamente la Cittadella. Il Sindacato, con la costruzione di centinaia e centinaia di alloggi, vide la città trasformarsi con graduatorie per l’assegnazione sempre più contenute, ottenendo un grande riconoscimento da parte degli assegnatari che lo portarono ad oltre 3000 iscritti negli anni 90.
«Monumento vivente di dedizione alle lotte per la prima casa»