GROSSETO – Dal 1988 si celebra la Giornata Mondiale per la lotta all’Aids istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) con lo scopo di informare ed educare il grande pubblico sui mezzi di prevenzione, cura e gestione del virus dell’immunodeficienza umana (Hiv)/Aids.
“Nella nostra azienda Asl Toscana sud est – dichiara Danilo Tacconi, direttore dipartimentale Malattie infettive – siamo da sempre impegnati nella cura e prevenzione di questa malattia. Le terapie che consentono di curare e garantire una vita oltre la malattia oggi sono molto efficaci, questo non toglie però che ci sia ancora bisogno di prevenzione e educazione verso Hiv e Aids.
I dati pubblicati dal Centro Operativo Aids mettono in evidenza che in Italia tra il 2020 e 2021 le nuove diagnosi di infezione da Hiv e i casi di Aids hanno risentito dell’epidemia da Covid-19 che potrebbe aver comportato una sottostima dei casi».
Nel 2021 sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da Hiv in Italia. L’incidenza più elevata di nuove diagnosi Hiv si riscontra nella fascia di età 30-39 anni. In Toscana (dati Ars) le nuove infezioni nel biennio 2020-2021 sono state 302, con un’età mediana di 43 anni.
«Nella nostra area vasta – prosegue Tacconi -, sempre nello stesso periodo si sono contati i 40 nuovi casi (20 Arezzo, 12 Grosseto e 8 Siena). Nei centri della Asl Toscana sud est oggi sono somministrate tutte le terapie indicate anche dall’Oms, che vanno dai medicinali ad uso orale fino alle terapie intramuscolari che hanno una somministrazione bimestrale. Questa giornata è soprattutto l’occasione per rilanciare con forza la campagna di informazione verso le giovani generazioni. Per questo ad Arezzo, ad esempio, con la collaborazione dell’Istituto Statale di Istruzione Buonarroti-Fossombroni abbiamo organizzato una serie di incontri per sensibilizzare i giovani riguardo alle Malattie Sessualmente Trasmissibili (quali Sifilide, Gonorrea, Epatiti B e C, Hsv, Hpv e Hiv). Il primo grande obiettivo deve essere quello di diffondere una corretta informazione e far comprendere a tutti che il sistema sanitario è pronto e disponibile non solo a curare ma anche a prevenire».