ROSELLE – Due ruoli, due caratteri ma un solo obiettivo: voltare decisamente pagina e ridare grandezza alla squadra della città. E’ quanto emerso dalla conferenza colloquio in presenza del neo presidente del Grifone Antonio Fiorini e del novello direttore generale Filippo Vetrini, al Centro sportivo di Roselle, a neanche quarantotto ore dal passaggio di proprietà del Grosseto calcio all’imprenditore grossetano Gianni Lamioni. Passione e professionalità che vanno a braccetto verso una meta agognata da anni in Maremma per una società che, al quarto proprietario in neanche undici mesi, potrebbe davvero aver imboccato la strada giusta.
“Le mie prime sensazioni non sono particolari – ha esordito Fiorini – è un po’ che mi muovo nell’ambiente Grosseto, anche se con ruolo diverso. Vedremo quel che succederà. Resto solo il primo tifoso della squadra. Per il resto dobbiamo ripetere un ringraziamento a Gianni Lamioni che ha salvato la società da una sorte funesta e che ha dimostrato per l’ennesima volta il suo senso di appartenenza e il proprio amore per la città e la vicinanza alla squadra. Chi ha i capelli bianchi se lo dovrebbe ricordare: non è la prima volta che Lamioni si avvicina al Grosseto per salvarlo. Nel lontano 1995 il primo grossetano che si mosse per ricostruire sulle macerie dell’epoca Anzidei fu proprio Gianni assieme a Chieli, quindi ripeto: il ringraziamento è da parte mia, come dalla città, a Gianni. Poi le mie belle litigate con Massimo Angelucci, già tornando dalle trasferte, ce le ricordiamo tutte, fra discussioni infinite. Ribadisco: cambia il mio ruolo e spero di dare un contributo maggiore di quello che ho dato da tifoso. E non sento in modo così differente quello che è il mio compito”.
“Sono meno avvantaggiato rispetto al presidente – ha esordito Vetrini – il mio ruolo nel Grosseto è iniziato solo l’altro ieri. Il mio sentimento è di grandissimo onore, ci tengo a dirlo, e soprattutto di un grande onere poiché stiamo parlando di una piazza e una società che trasuda ricordi e blasone, da ogni angolo della città come di questo bellissimo centro sportivo. Il senso di responsabilità che mi condizionerà è molto grande. La promessa che posso fare a tutti è che ci metterò sia sangue che sudore. Le promesse non fanno parte del mio carattere perché credo che il lavoro va dimostrato coi fatti, ma credo non ci sia molto tempo per poter riflettere, fortunatamente: la situazione è particolarissima, molto difficile e ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti, di ogni sostenitore, per risolvere questa situazione e portare il Grosseto nelle categorie e sui palcoscenici che merita. Ci vorranno la pazienza e l’aiuto di tutti”.
Puntuale una riflessione sui futuri interventi di calciomercato e in quali settori concentrarsi. “Il primo passo per togliersi dagli impacci – ha continuato Fiorini – è già stato fatto. La stabilizzazione della società è già il primo step perché la squadra abbia un rendimento diverso e questo è già il primo merito di Lamioni e la prima mossa verso la rinascita. Dal punto di vista tecnico qualche rinforzo sarebbe sicuramente benvenuto, a centrocampo e davanti, ma alzo le mani e lascio a chi sa parlare di calcio meglio di me”.
“La situazione tecnica della squadra in questo momento vede trentuno giocatori in rosa – ha continuato Vetrini – di cui sette che non hanno mai messo piede in campo. Credo che allestire così una rosa di serie D, che sia Grosseto, Montespaccato o Livorno, sia una follia, in trentuno non credo vada neanche una delegazione al campionato del mondo. Troviamo una situazione critica, senza giudicare chi ci ha preceduto, mettendoci un punto. Credo che vada portato grandissimo rispetto ai componenti della rosa che fino a questo momento hanno agito in questa situazione di totale caos e indigenza. La speranza è che con il saldo delle spettanze, che è stato effettuato ieri per tutti, si sia potuto generare un minimo di tranquillità per poter disputare le prossime partite con l’unico pensiero rivolto al calcio giocato. Ovvio che poi dovremo intervenire senza mettere le mani avanti. Il mercato di dicembre sarà difficilissimo, mi auguro che il blasone e il nome e la storia di Grosseto possano essere di aiuto per migliorare questa squadra, perché ne ha tantissimo bisogno. Sul calciomercato, Grosseto credo che attiri a prescindere al di là del fatto che Lamioni abbia fatto una follia del genere, leggendo Steve Jobs prima di andare a firmare dal notaio. Credo che sia stato più folle che affamato e che abbia fatto un atto di amore verso questa società, perché la stessa poteva esser presa fra due-tre mesi da fallita a zero lire, in un campionato di Eccellenza. I conti fatti parlano di due milioni di costi ma man mano che passano le ore le cifre lievitano. Non credo sia stata un’azione imprenditoriale ma un atto d’amore nei confronti della città. Perchè è finita col Follonica Gavorrano? Perchè al Grosseto, come a Gianni Lamioni, non si può dir di no. E dopo dodici anni in una società, con sette campionati ad alti livelli, finali playoff e una Coppa Italia credo che quello che c’era da fare è stato fatto e si debba aprire una pagina nuova, per me personalmente come per il Follonica Gavorrano”.