GROSSETO – Per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne l’associazione antiviolenza Olympia De Gouges, che da più di 20 anni è attiva sul territorio della provincia di Grosseto, ha deciso di condividere i numeri del fenomeno in Maremma.
“La nostra analisi – spiegano dall’associazione – ha preso in considerazione il periodo che va dal 2018 al 2022 ed abbiamo effettuato due diverse valutazioni: la prima copre i quattro anni dal 2018 al 2021, la seconda analizza il primo semestre degli anni 2021 – 2022. Nel 2019 si registra il maggior numero di accessi (+15% sul 2018). Per i due anni successivi, e cioè 2020 e 2021 ha pesato l’ingresso nella nostra vita della pandemia. Nel 2020, a parte i primi tre mesi, le nostre operatrici hanno portato avanti il loro lavoro o via telefono o videochiamata, laddove è stato possibile. Ed è per questo che tra il 2019 e il 2020 abbiamo registrato un calo di accessi pari a –32,5%, che si è praticamente assestato nel 2020/20121 con un lievissimo calo pari a –4%”.
“L’età delle donne che chiedono aiuto rientra nelle fasce 30/39 – 40/49 dato che emerge in tutti gli anni presi in considerazione, tranne che per il 2018 che indica numeri importanti anche nella fascia 18/29. Per quanto riguarda la nazionalità, a differenza di quello che si può immaginare, il maggior numero di accessi è relativo a donne di nazionalità italiana seguito dalle extra-europee e dalle europee. Il picco più alto lo abbiamo avuto sempre nel 2019”.
“Le donne che chiedono aiuto sono soprattutto donne con figli ed in particolare con figli minori. Il 2019 risulta essere sempre l’anno con i numeri i più importanti. Si pensa che la violenza fisica sia la più comune, i dati invece ci dicono che è la violenza psicologica quella più consumata, seguita da quella fisica, e via via da quella economica, stalking, sessuale e mobbing”.
“L’analisi dei due semestri 2021 e 2022 registra un incremento di accessi nel 2022 del +72%. Le fasce di età che vanno dai 30 ai 49 anni sono sempre le più colpite con un incremento più che raddoppiato nella fascia 50-59 rispetto al 2021. E’ sempre la nazionalità italiana a tenere il podio e sono sempre in numero maggiore le donne con figli minori, mentre la violenza psicologica resta al primo posto”.
“Fino ad oggi la Casa rifugio, inaugurata nel 2016, di proprietà del Coeso e da noi gestita, ha accolto 13 donne di cui 2 italiane e 11 straniere. Il dato ci mostra come le donne italiane, anche se maggiormente colpite dalla violenza, possono fare ricorso ad una rete familiare o amicale, mentre le straniere ne sono prive. All’interno della casa sono state tutte seguite da una équipe di operatrici, psicologhe ed educatrici.
Due delle donne accolte erano senza figli e 11 con bambini. In totale i minori accolti sono stati 17, di cui 11 femmine e sei maschi. Nel periodo 2018-19, con l’Associazione ‘Dog for life’ è stato intrapreso un percorso di ‘Pet therapy’ in cui il golden retriever di nome Mister Paddy, ha rassicurato con la sua presenza le madri ed i bambini”.
“La durata dei percorsi conclusi è stata di minimo 24 giorni per un massimo di 859 con una durata media di 9 mesi.
In sette casi le donne hanno riconquistato la loro autonomia (casa e lavoro), due sono state trasferite in altra struttura, 2 hanno trovato una sistemazione da amici o parenti, una è rientrata nella casa coniugale. Una sola è ritornata dal maltrattante”.
“Sono passati più di 20 anni da quando l’associazione ha iniziato la sua attività sul territorio della provincia di Grosseto ma è soprattutto negli ultimi 4 anni che ha conosciuto una crescita significativa sia in termini di numero di accessi al servizio che di presenza sul territorio. Attualmente gestisce due centri antiviolenza e quattro punti di Ascolto – Follonica, Amiata, Capalbio, Manciano – , una casa rifugio e una casa di seconda accoglienza. A breve sarà avviato anche lo Sportello Antitratta”.
“Una mole di lavoro che viene affrontata da 48 socie attive – 169 è il totale – con compiti di operatrici, responsabili e referenti di unità funzionali, mediatrici culturali, educatrici a cui vanno aggiunte professioniste che operano su richiesta quali avvocate, psicologhe e mediche.
Uno sforzo enorme che si evince dai numeri: nel 1999, anno di inizio dell’attività, con il solo sportello di Grosseto furono seguiti 21 casi, nel 2019 – anno pre-pandemia – 200 casi. Nel 2021, anno che ancora subisce gli effetti del Covid, 145 casi”.
“Tutto questo per significare che senza una precisa e puntuale organizzazione questo lavoro non potrebbe essere gestito nel modo corretto, ed ecco pertanto la decisione di avviare un percorso di riorganizzazione interna con l’intento di produrre un nuovo assetto in grado di offrire un servizio più puntuale e professionale alle donne vittime di violenza, non trascurando la mission dell’associazione che è quella di trasformare in servizio il sapere femminile in quanto ciascuna socia ne rappresenta il capitale sociale, il vero nutrimento”, concludono da Olympia De Gouges.