MONTEROTONDO MARITTIMO – Prosegue il nostro racconto del paese di Monterotondo Marittimo. Grazie al progetto Piccoli Borghi, realizzato in collaborazione con Anso, Associazione nazionale stampa on line e Google, a giugno abbiamo realizzato una serie di video e interviste che ora vi proponiamo, un argomento al giorno. Oggi parliamo dell’antifascismo e dei giovani eroi morti per la libertà di tutti.
Durante la guerra partigiana Monterotondo Marittimo ha versato il proprio contributo di sangue. Piazze e vie portano il nome di quei ragazzi caduti per la libertà.
Due gli episodi più significativi: la battaglia di Monterotondo, del 10 giugno 1944, dove persero la vita cinque giovani con il loro tenente, e quella di Campo ai Bizzi del febbraio dello stesso anno.
Un gruppo di partigiani si era rifugiato in un podere nella zona del Frassine. Furono accerchiati e resistettero sinché ebbero le forze. Infine, ormai feriti, si arresero e furono finiti a colpi di pugnale. I fascisti, poi, dettero fuoco al casolare; nella stalla bruciò, arso vivo, anche il cavallo. Per questo la lapide ricorda, oltre ai sei partigiani uccisi, anche l’animale che seguì la loro stessa fine.