FOLLONICA – “La notizia della messa all’asta di alcuni comparti dell’ippodromo dei Pini è l’ennesima conferma delle battaglie che il centrodestra da decenni porta avanti dentro e fuori il consiglio comunale”, afferma Agostino Ottaviani, presidente circolo Fratelli d’Italia Follonica.
“Fin dall’inizio, – prosegue Ottaviani – contestavamo la creazione di una struttura ippica, tra l’altro tra le più grandi di Europa, in un periodo dove già da tempo si notava un notevole crollo d’interesse per il mondo del cavallo e dell’ippica in generale”.
“Una cattedrale nel deserto, – tuona il presidente di FdI Follonica – che purtroppo ad oggi non ha mai visto veramente la luce, e senza che la struttura sia mai riuscita a sfruttare al massimo le proprie capacità. Una previsione urbanistica che ha bloccato lo sviluppo stesso della città, che non ha dato i posti di lavoro sbandierati dal Pd e dalla sinistra, e che ha solo creato una ulteriore situazione di degrado all’ingresso della città”.
“Insomma, non proprio una bella porta di ingresso e biglietto da visita per la città – prosegue Ottaviani –. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, è un vero e proprio fallimento politico per il centrosinistra che millantava una realtà che tale non è mai stata, e che non potrebbe mai essere stata possibile, anche agli occhi di coloro che guardavano, da spettatori, con imparzialità e senza pregiudizi”.
“Ad oggi un comparto va all’asta, e sarebbe opportuno conoscere se il Comune di Follonica vanta dei crediti con la società debitrice, e se l’amministrazione si sia costituita come creditrice nell’operazione di messa all’asta. Adesso la politica deve dare delle risposte alla città, e cominciare a valutare come modificare la convenzione, per capire cosa vogliamo che ci sia aldilà dell’Aurelia: se un ippodromo che non ha portato quello che il centrosinistra sperava e millantava, oppure una realtà diversa che possa portare quella struttura da essere una cattedrale nel deserto a diventare una realtà economica, importante per la città e per i cittadini follonichesi”, conclude Agostino Ottaviani.