GROSSETO – «La responsabilità dei tagli non è di Autolinee Toscane ma di Regione, Provincia e Comuni» la puntualizzazione viene da Alberto Allegrini Fit Cigl, Giuseppe Dominici Ugl, Fabio Alberti Uil trasporti, Paolo Masserizzi Faisa Cisal e Elena Paolella Fil Cisl, ossia i sindacati che rappresentano i lavoratori del trasporto locale.
I sindacalisti si schierano al fianco dell’azienda Autolinee Toscane «Tutte le decisioni prese sul Tpl (trasporto pubblico locale) sono nei termini di gara fatta dalla Regione».
«C’è un progetto del 2012, poi rivisitato dai Comuni e dalle amministrazioni nella conferenza dei servizi. I sindaci erano al corrente di cosa era previsto, compresi i tagli. Avevano la possibilità di scegliere o di stabilire “lotti deboli” (ossia tratte a bassa frequenza appaltate a parte e cofinanziate da Regione e Comune interessato) da dare a gara. Era previsto un taglio di 700mila chilometri che si sono ridotti grazie all’impegno dei sindacati».
«Quando sono stati annunciati i tagli sono andati da tutti i sindaci» precisano i sindacati.
«Autolinee toscane ha recepito il progetto di gara – prosegue Giuseppe Dominici -. Con quelle specifiche il servizio sarebbe chiuso, alcuni paesi sarebbero stati totalmente abbandonati. 47 frazioni. Il sindacato il 28 maggio ha chiamato Eugenio Giani e spiegato cosa sarebbe successo. È stata fatta subito una riunione congiunta a cui ha partecipato la provincia con il presidente e il geometra Romualdi. La Regione ha recepito la gravità di quel che stava succedendo ed è stato ripreso l’impianto estivo del 2019, anti Covid. Noi siamo costantemente in prefettura e in provincia. Gli unici veri responsabili dei tagli sono la Regione, la Provincia e i Comuni. Tra l’altro ogni territorio è a sé. Non si può pensare di togliere linee e chilometri a Siena per spostarli su Grosseto».
Sulla sicurezza i sindacalisti Tiemme ribadiscono: «Non è mai mancata, i mezzi sono revisionati tutti gli anni, su questo né Autolinee né Tiemme hanno mai lesinato. Purtroppo il parco auto è vecchio, l’azienda uscente ha trattenuto 50 mezzi (quelli più nuovi) che erano stati acquistati non con soldi pubblici ma con autofinanziamento. I nuovi autobus sono stati ordinati ma i tempi di consegna sono lunghi.
«Anche l’officina ereditata non era più a norma Ue che cambia ogni anno – precisa Fabio Alberti – tanto che è stato necessario affidare a ditte esterne la manutenzione visto che l’80% dell’attrezzatura non era più a norma». «Ma sulla sicurezza siamo i primi a non transigere – gli fa eco Paolo Masserizi -. Non c’è un autista, da qualunque deposito della provincia, che se un autobus è pericoloso esce. Magari si può rompere. O non funziona il riscaldamento o il condizionatore. O ci filtra un po’ d’aqua se piove, ma se l’autobus è pericoloso non c’è autista che esce. Per la legge il responsabile è anche l’autista».
Sui mezzi della tratta di Orbetello Alberto Allegrini precisa: «Non è vero che sono i più vecchi. Grazie al sindacato sono stati cambiati in buona parte. Una volta c’era il cimitero degli elefanti. Ora non è più così. I più vecchi vanno dove si fanno meno chilometri. È stata fatta una distribuzione equa, spostandoli anche da altre province». E prosegue «La gara regionale ha previsto due situazioni T1 (taglio netto dei chilometri a due anni dall’assegnazione della gara) e T2 (individuare le linee a bassa frequenza. Sulla provincia di Grosseto non ci sono, tranne per l’Amiata) questo è detto lotto debole, e viene cofinanziato per un euro a chilometro dalla Regione mentre il resto del finanziamento viene messo dai comuni interessati. Secondo noi questi lotti deboli sono stati presi senza uno studio approfondito. Per questi lotti è Autolinee Toscane a fare il progetto di gara e non potrà dunque parteciparvi. Questo rischia di causare uno spezzettamento del servizio».
«La Provincia aveva un progetto, uno schema di tagli che poi ha rimescolato. Ha cercato di sistemare la cosa ma così si sono accorti di aver toccato le corse che funzionavano e che servivano zone popolate, e sono andati a tagliare su altri territori magari sopprimendo il servizio di Albinia per Sorano e viceversa. Certo le persone sono poche ma ora i ragazzi che vanno a scuola partono alle 5.10 e rientrano alle 19. Il punto è che se togliamo, i servizi, tagliamo le poste, tagliamo i servizi sanitari, tagliamo le scuole, non possiamo poi tagliare anche i trasporti che ci avvicinano a quei servizi che sul territorio sono stati tagliati».