SCARLINO – La Venator fa un passo indietro sulla procedura di licenziamento dei 41 lavoratori annunciata nei mesi scorsi e prospetta un periodo di cassa integrazione, dovuto all’attuale situazione del mercato mondiale e non alle difficoltà di stoccaggio dei gessi rossi. Si è conclusa così, in estrema sintesi, la riunione che ha visto di nuovo i vertici dell’azienda confrontarsi con le parti sociali nella sede di Confindustria.
“Un importante passo avanti – dice Gian Luca Fè, segretario generale della Femca Cisl di Grosseto – che si è sancito con la sottoscrizione del verbale in cui si formalizza che, per la procedura aperta da Venator, l’unico criterio di licenziamento sostitutivo di quelli previsti dalla legge è la ‘non opposizione al licenziamento’. Questo ci rincuora sul futuro dei lavoratori considerati in esubero e sulla tenuta del comparto, anche perché nel corso dell’incontro, l’azienda ha sottolineato come si stia lavorando, di concerto anche con la Regione Toscana, per trovare una soluzione al problema dello stoccaggio dei gessi rossi. A preoccuparci adesso è la situazione di crisi internazionale, che Venator ha dettagliato nel nostro incontro, e che determinerà la procedura di cassa integrazione ordinaria per tutti i lavoratori”. Nei prossimi giorni, quindi, sarà avviato un confronto interno all’Azienda, insieme alle Rsu dei lavoratori, per definire un accordo di uscite volontarie che si concluderà il 23 novembre prossimo, data individuata tra l’impresa e le parti sociali per chiudere la procedura di licenziamento collettivo.
“Da lunedì la Rsu si metterà al tavolo con la direzione aziendale per aprire la procedura di cassa integrazione – spiegano i componenti di Rsu Emanuele Cascioli e Andrea Comin, della Femca Cisl Grosseto – perché nel mese di dicembre l’azienda potrebbe fermare completamente la produzione per quattro settimane. Ci sono però segnali di apertura rispetto al mercato, perché alcune stime collocano intorno alla metà del 2023 la ripresa. Questo periodo potrà essere utilizzato dall’azienda per fare accordi su un nuovo sito di stoccaggio dei gessi rossi: lo spazio ancora disponibile a Montioni, infatti, consentirebbe di stoccare, fino a metà del prossimo anno, gli scarti di una linea di produzione”.
“Usciamo da questo incontro – continuano – con una moderata soddisfazione, soprattutto per essere riusciti a bloccare la procedura di licenziamento, che era stato il mandato di cui ci avevano investito i lavoratori, nella prima assemblea dopo l’annuncio degli esuberi da parte dell’azienda”.