VETULONIA – Continua senza sosta la sua corsa la nuova mostra-evento del MuVet di Vetulonia. Il record di presenze, oltrepassata la soglia dei diecimila visitatori dall’apertura ad oggi, parla chiaro ed ha determinato la mossa di prolungare all’intero arco delle Festività Natalizie, fino all’8 gennaio 2023, la durata della straordinaria esposizione e, con essa, la possibilità di raggiungere la collina del borgo vetuloniese per entrare nelle sale del museo di Vetulonia e sostare rapiti davanti a quei capolavori cui accenna il sottotitolo della mostra: “Dalle meraviglie del Museo archeologico nazionale di Napoli alle opere di Antonio Canova, “figlie del cuore”.
Un traguardo importante raggiunto dall’amministrazione comunale castiglionese guidata dalla sindaca Elena Nappi, che segue in prima persona le politiche culturali del Comune, ottenuto in primo luogo grazie alla disponibilità dei musei coinvolti nel prestito, il Mann di Napoli e l’Accademia di Belle Arti di Carrara, che consente di ampliare l’offerta culturale dell’intero comprensorio comunale, e in particolare quella didattica, estendendola ai visitatori in età scolare e più latamente, dilatandola nel tempo e nello spazio alle diverse categorie di pubblico che può vantare il MuVet.
«Assieme allo staff del Falchi – dice soddisfatta la sindaca Elena Nappi – guidato dalla direttrice scientifica Simona Rafanelli, nel 2022 abbiamo lavorato alacremente per raggiungere numerosi e nuovi obbiettivi, come quello di “mettere in scena” una Mostra che, rompendo gli argini di un percorso in crescita già tracciato, indossasse una nuova veste, unica, originale, e più marcatamente internazionale nei contenuti come nell’allestimento suggestivamente scenografico. Un’esposizione capace di parlare un linguaggio nuovo, e insieme comprensibile a tutti, rinnovando interesse e ammirazione non solo fra gli addetti ai lavori, ma soprattutto nel vasto pubblico, in particolare quello “più difficile”, rappresentato dai giovani ed i numeri registrati ci danno ragione. E, con i numeri, uniti alla bellezza in mostra, si moltiplicano i visitatori e arrivano i media e le grandi testate giornalistiche nazionali, attesi nelle prossime settimane».
«L’alto livello dell’offerta culturale che il MuVet è in grado di offrire – sottolinea la prima cittadina – contribuisce a rendere Castiglione della Pescaia una meta da visitare sia nel periodo autunnale, che durante le festività natalizie. L’opportunità che proponiamo a quei visitatori che ancora non hanno potuto godere della possibilità di visitare l’esposizione in corso al Falchi viene resa ancora più preziosa da alcuni appuntamenti culturali “speciali” distribuiti lungo i due mesi di proroga e correlati alle visite guidate gratuite in compagnia di un archeologo dello staff museale».
L’evento espositivo accolto nelle sale del Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia è a tema archeologico-artistico ed è rappresentato dalla danza e in particolare dalla declinazione al femminile di questa straordinaria arte performativa. Uno spazio temporale infinito, magnificamente iconizzato all’interno del percorso espositivo attraverso le più alte espressioni dell’arte plastica romana in bronzo e in marmo, testimoniate dalle domus vesuviane o confluite nella collezione Farnese, fino ai capolavori cui il genio di Antonio Canova, debitore al mondo antico dell’eterno rapimento nell’estasi della bellezza tradotta magistralmente nei fluidi movimenti del corpo delle sue eteree ballerine, che ha saputo dar forma nel sommo delicato equilibrio fra nuova classicità e romanticismo.
«Abbiamo l’opportunità di esporre nel nostro territorio, fino agli inizi dell’anno prossimo, opere d’arte uniche al mondo – sottolinea la prima cittadina di Castiglione della Pescaia – uscite per la prima volta in Italia, dalla metà del Settecento, dal Museo archeologico Nazionale di Napoli. Ospiti d’eccezione, che hanno varcato la soglia del MuVet per essere ammirate all’interno di un contesto allestitivo scenografico unico e magistrale, ricreato appositamente nelle sale espositive del museo allo scopo di esaltarne per intero l’ineffabile bellezza».
«Lo spazio interattivo ottenuto attraverso la costruzione di un vero e proprio teatro interno alla mostra – conclude la direttrice scientifica Rafanelli – continuerà ad essere palcoscenico dei numerosi appuntamenti culturali di spessore in programma fino all’8 gennaio, dilatati fra danza, musica, cinema, letteratura e poesia, riuscendo a mettere a confronto artisti e spettatori, performance e pubblico».
I visitatori del MuVet potranno dunque continuare a rimanere incantati davanti alla più bella delle cinque danzatrici restituite dalla Villa dei Papiri di Ercolano ed alla Venere accosciata della collezione Farnese, due vertici assoluti della scultura in bronzo e in marmo conservata ed esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, cui fanno da magico contrappunto, fra antico e moderno, due capolavori canoviani in gesso, la danzatrice con il dorso delle mani poggiato sui fianchi e la Venere Italica, entrambe custodite nell’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Un percorso intrecciato fra danza e bellezza, arricchito da una selezione di affreschi a tema provenienti dall’area vesuviana e da una scelta di gemme della collezione Farnese, concessi in prestito anch’essi dal Museo di Napoli. Un viaggio nel tempo fra Danza e Bellezza che dall’antichità giunge al contemporaneo grazie alla magica performance coreutica di Caterina Di Rienzo messa in scena con originale maestria attraverso il ‘corto’ videoarte di Lorenzo Antonioni.
Ad aggiungere all’esposizione una nota discreta di fascino assoluto, il muto colloquio, intrecciato attraverso un intimo “giuoco di specchi”, fra i capolavori antichi e gli undici quadri fotografici di Luigi Spina, consacrato anche quest’anno nell’Olimpo dei maggiori fotografi al mondo di opere d’arte.