GROSSETO – Il rischio idraulico è un’emergenza nazionale e locale. La necessità di interventi di messa in sicurezza dei corsi d’acqua e la realizzazione di bacini di accumulo è esplosa con i cambiamenti climatici e così le associazioni delle province di Grosseto e di Siena hanno redatto un documento per stimolare la Regione Toscana sull’urgenza di uno snellimento e una semplificazione delle procedure amministrative per facilitare e velocizzare la cantierizzazione delle opere. Le associazioni del mondo agricolo, Cia, Confagricoltura e Coldiretti, del commercio, Confesercenti e Confcommercio, e dell’artigianato, Cna e Confartigianato, oltre a Confindustria e Ance, hanno affidato le loro posizioni comuni a un documento. A unire le varie realtà economiche delle due province il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, che rappresenta le associazioni (quasi tutte fanno parte dell’assemblea di Cb6) ed è il soggetto incaricato dalla Regione di occuparsi della difesa idraulica nei territori di competenza.
Nel documento si richiamano le varie leggi regionali che disciplinano l’importante tematica, e si auspicano “criteri o condizioni che opere e lavori devono soddisfare per lo snellimento e la semplificazione dell’azione amministrativa”. Questa richiesta riguarda in particolare “alcune tipologie di opere di canalizzazione e di regolazione dei corsi d’acqua per il procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale”; “alcune classi di impianti in base all’altezza dell’opera per il procedimento di Via di competenza regionale”; “ lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per la mitigazione del rischio idraulico in tratti del reticolo idrografico e di gestione ricadenti all’interno di siti della rete Natura 2000”. Perché “la problematica della certezza dei tempi è di interesse generale”, anche per “le continue e numerose richieste di integrazioni”, poiché “districarsi nell’intero iter procedurale non è affatto semplice e spesso non efficace”.
Il documento riporta esempi di interventi del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud il cui iter approvativo si è rivelato estremamente lungo e complesso. Come nel caso dei tre interventi finanziati dal “piano invasi” che al momento non si sono potuti attivare per i tempi che gli iter di approvazione comportano: l’invaso a uso irriguo all’interno del canale Diversivo in località Cernaia, ad Alberese; il recupero del lago di San Floriano a Capalbio; il sistema di sbarramenti mobili nel canale essiccatore dell’Alberese. Tempistiche impossibili per la conclusione dei procedimenti di Via, per i procedimenti di Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), per il rilascio o il rinnovo di concessione di derivazione di acque pubbliche.
Ma gravi difficoltà emergono anche per le manutenzioni ordinarie in aree sottoposte a vincolo, dove gli interventi anche di sola pulizia, nonostante gli studi di incidenza regolarmente presentati, vengono bocciati o nella migliore delle ipotesi profondamente ridimensionati con il rischio di perdere quel valore idraulico necessario per migliorare la sicurezza di questi corsi d’acqua.
Nell’ottica di accelerare l’iter di progettazione e realizzazione di opere e lavori di interesse pubblico vengono formulate tre proposte precise: “istituire una cabina di regia regionale per un maggior coordinamento tra enti chiamati all’espressione dei pareri”; “rivedere le disposizioni e regolamenti per l’approvazione dei progetti e il rilascio delle autorizzazioni, ripensando i casi di esclusione dalla verifica di assoggettabilità a Via, seguendo il percorso già attivato con il ministero della transizione ecologica”; “istituire un nucleo di valutazione che accerti l’urgenza e l’indifferibilità della realizzazione di tali opere e che abbia la possibilità di ridurre le richieste di integrazioni su aspetti non primari per la realizzazione del progetto”.
Vi è poi la problematica legata ai piccoli invasi aziendali per i quali è indispensabile prevedere forme di agevolazione per il loro recupero da parte delle aziende agricole che oggi sono costrette a fare a meno di questa importantissima risorsa per le grandi difficoltà che incontrano nella loro messa norma.
“Le problematiche che le nostre associazioni sollevano sono reali – afferma Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – le procedure rallentano gli interventi che mettiamo in atto e rendono meno incisiva la nostra opera di tutela del rischio idraulico e sulla realizzazione di nuovi impianti irrigui”.
“Sappiamo che queste tematiche – aggiunge il presidente di Cb6 – sono già note alla Regione Toscana che si sta muovendo per individuare azioni efficaci. Questo documento rappresenta un’ulteriore stimolo affinché siano trovate soluzioni adeguate, per la sicurezza di tutti i cittadini e per la lotta ai cambiamenti climatici in genere”.