AMIATA – «Dopo molti anni, il 2022 ha visto il ritorno di una buona produzione in gran parte dei castagneti amiatini, sia nei quantitativi che nelle dimensioni delle castagne. Questa bella notizia è stata controbilanciata dai bassissimi prezzi all’ingrosso, con i commercianti della zona che sono arrivati a non ritirare più il prodotto già dall’inizio di questa settimana: questa cosa non era mai accaduta così presto, mettendoci davanti ad una situazione inedita».
Così l’associazione per la valorizzazione della castagna IGP del Monte Amiata dopo l’incontro con il Comune di Arcidosso.
«La situazione si aggrava perché troviamo, nella grande distribuzione, castagne ai prezzi degli scorsi anni (quando il prodotto scarseggiava) se non più alti. In molte zone legate a produzioni tardive non sono perciò state raccolte le castagne, con grande disappunto dei produttori che vedono andare in fumo molte delle entrate preventivate».
Proprio per questa situazione martedì 25 si è tenuta nella sala consiliare del comune di Arcidosso una riunione dei produttori organizzata da membri dell’amministrazione comunale. Tutto il rammarico è venuto fuori e tutti hanno convenuto che è opportuno studiare strategie che portino alla valorizzazione della produzione locale tramite il rilancio del marchio IGP. Infatti, gran parte del danno economico è imputato al fatto che all’attenzione dei consumatori non viene portata la grande differenza tra le nostre castagne e quelle di altre zone d’Italia o addirittura straniere. La castagna IGP del Monte Amiata è ottenuta con metodi di coltivazione altamente naturali, senza l’uso di concimazioni chimiche ne prodotti fitosanitari di sintesi».
«Per questo abbiamo deciso di muoverci rispettando uno dei ruoli che compete alla nostra associazione: lavoreremo affinché si promuova la commercializzazione delle produzioni di qualità cercando nuove strategie per il futuro, in modo che queste differenze siano poste all’attenzione dei consumatori e sia chiaro il valore aggiunto della castagna del Monte Amiata».
«A breve avvieremo una campagna per accogliere nuovi soci che siano interessati alle soluzioni che stiamo predisponendo: fino alla primavera prossima organizzeremo sul territorio incontri pubblici e chiederemo il supporto in questo percorso delle amministrazioni locali in modo da creare una cabina di regia che possa dirigere questo percorso in modo da garantire l’unità dei produttori e del territorio, due elementi imprescindibili».
«Infine, ci teniamo a ricordare che quando in giro si vedono cartelli con scritto “Castagne dell’Amiata”, non è detto che sia così: l’unica certezza la possiamo avere dalla presenza del marchio IGP di riconoscimento europeo impresso sulla confezione e che la vendita del prodotto sfuso non è consentita. Dare dignità a questo prodotto economicamente e culturalmente importante per il nostro territorio, passa anche da queste scelte».