GAVORRANO – Presente e futuro del Parco delle Colline Metallifere arrivano in Parlamento. Grazie all’impegno del Comitato Lido Santini e all’interessamento del senatore Elio Lanutti.
«Il Comitato “Lido Santini” – spiegano dal Comitato – in questi mesi ha seminato tanto e ora comincia a raccogliere. Qualcosa sta cambiando e con soddisfazione apprendiamo che il senatore Elio Lannutti, assieme ad altri parlamentari, ha preso a cuore le problematiche del Comitato per la salvaguardia, risanamento e valorizzazione dei beni territoriali. Ringraziamo gli on. Lannutti e Agrisanti, per l’intervento parlamentare a sostegno delle nostre istanze; adesso attendiamo le risposte dei nuovi Ministri (Sangiuliano alla cultura e Fratin all’ambiente). Nel frattempo, procediamo, sulla strada intrapresa, condividendo la nostra azione con le comunità locali».
Ecco il testo integrale dell’interrogazione con richiesta di risposta scritta ai Ministri della cultura e della transizione ecologica
Premesso che: nel settembre 2022, il crollo del castello minerario di pozzo Carlo nella miniera ottocentesca di Fenice Capanne a Massa Marittima (Grosseto), uno dei pochi in materiale ligneo ancora esistenti, ha suscitato notevole clamore negli organi di stampa e nell’opinione pubblica, ma rappresenta, purtroppo, la punta dell’iceberg del più generale e manifesto stato di decadenza e di abbandono in cui versa il patrimonio archeo-minerario dell’area delle colline metallifere, corrispondente a circa il 70 per cento dei beni costituenti il parco nazionale tecnologico e archeologico minerario; questi danni perpetrati al patrimonio rischiano di precludere ogni futura opportunità di rifunzionalizzazione dei siti minerari dismessi e la salvaguardia di un bene archeologico e paesaggistico unico, per il quale è stata ipotizzata una candidatura UNESCO; per tutelare questi beni, il comitato “Lido Santini”, composto da ex minatori, membri di associazioni, studiosi e giovani periti della scuola mineraria, il 14 dicembre ha inviato un’istanza alla soprintendenza di Siena, affinché il patrimonio archeologico minerario del parco nazionale delle colline metallifere sia dichiarato bene di interesse culturale.
In particolare, alla Soprintendenza è stato formalmente richiesto di avviare un procedimento per riconoscere il patrimonio minerario di Fenice Capanne come sito meritevole di salvaguardia ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004; a questa prima istanza è seguito un sollecito inviato il 9 febbraio 2022 e successivamente, a supporto dell’istanza stessa, in data 8 aprile 2022, è stata inviata alla Soprintendenza ulteriore documentazione, comprensiva di una relazione scientifica integrativa. La Soprintendenza ha comunicato, con lettera del 7 marzo 2022, prot. n. 5383, di avere avviato l’istruttoria per la verifica dell’interesse culturale del sito, senza che a 22 mesi di distanza sia stato espresso un parere definitivo; la salvaguardia del patrimonio archeo-minerario delle colline metallifere grossetane non deve tuttavia essere messa in contrapposizione con le bonifiche ambientali e la messa in sicurezza dei minerari contaminati.
Pertanto, con questi intenti è stata posta all’attenzione della Regione Toscana, in particolare a quella dell’assessore per l’ambiente Monia Monni, la necessità di aggiornare gli “accordi di programma” sottoscritti dalla Regione nel 2009 con la Syndial (gruppo ENI), anche tenendo conto dei mutati contesti legati alla crisi energetica; le politiche di risanamento ambientale, del resto, in questi anni si sono profondamente evolute, rendendo ormai superate le soluzioni previste dai vecchi progetti della Syndial che andrebbero quindi rivisti alla luce delle nuove tecnologie e metodologie di risanamento e di quanto sollecitato dell’attuale incombente emergenza energetica. In particolare, la bonifica dei siti minerari potrebbe diventare un’occasione non solo per tutelare il patrimonio (culturale, ambientale, paesaggistico) e per risanare l’ambiente con una progettazione tesa alla rinaturalizzazione dei luoghi (analogamente a quanto già realizzato con la bonifica dei siti minerari della Ruhr), ma anche per utilizzare in modo virtuoso queste vaste superfici oggi adibite a discariche o i grandi capannoni industriali attualmente dismessi, riconvertendoli in chiave di risparmio energetico, ipotizzando la realizzazione di impianti fotovoltaici, eolici ed idroelettrici, utilizzando il flusso d’acqua delle gallerie di miniere, e l’energia prodotta in loco da queste fonti rinnovabili (solare e idrico potrebbe diventare un fattore di convenienza da mettere al servizio delle aziende di produzione e trasformazione locali, cosi da creare nuovi posti di lavoro: il doveroso intervento di bonifica delle aree di accumulo del materiale proveniente dall’attività della miniera, in quelle aree che con il tempo hanno assunto un aspetto particolare, tanto da poter essere identificate come un geosito dalle caratteristiche uniche in Italia, utilizzando nuove tecnologie che portino alla riduzione dell’inquinamento, in atto da decenni, ed allo stesso tempo alla salvaguardia di questa importantissima testimonianza, incisa sul terreno della storia di questo territorio, avrebbe effetti positivi nel risanamento ambientale del territorio, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano assumere, per quanto di loro competenza, per portare avanti la salvaguardia, il risanamento e la valorizzazione del patrimonio archeo-minerario delle Colline Metallifere; se, nell’attuale fase di gravissima crisi energetica, con le bollette del gas decuplicate che mettono a repentaglio i bilanci delle famiglie falcidiate dal carovita e di migliaia di imprese costrette a chiudere, la cui impellente emergenza potrebbe mettere a rischio la tenuta sociale del Paese, non ritengano di condividere il progetto di eseguire urgenti bonifiche ambientali, che contemplano l’uso di aree e superfici delle discariche minerarie, per produrre energia da fonti rinnovabili, limitando così anche il consumo di suolo destinato alla produzione agroalimentare: se, a 22 anni dall’istituzione del parco minerario delle colline metallifere con la legge n. 388 del 2000, non abbiano il dovere di tracciare un bilancio dell’attività svolta da tale organismo, in vista di una successiva nuova fase operativa, progettata in relazione ai mutamenti intervenuti nel contesto socio-economico ed alla luce dei nuovi orizzonti, aperti dall’attuale emergenziale situazione geopolitica.