SCARLINO – “Sono vicino alla maestranze della Venator che hanno scioperato e manifestato contro i quarantuno licenziamenti annunciati dalla società. Adesso è il momento delle soluzioni e non dei tagli: per gli operai, per l’azienda e per il futuro del polo chimico di Scarlino, che è strategico nell’economia maremmana, e per evitare anche una crisi del comparto del marmo di Carrara che fornisce la marmettola all’industria grossetana e che altrimenti si troverebbe a smaltirla in altro modo e a costi superiori”.
Così il consigliere della Lega Andrea Ulmi nel giorno in cui gli operai della Venator sono scesi in piazza contro i tagli annunciati dall’azienda.
“Deve essere trovata velocemente una soluzione in vista dell’esaurimento del sito di stoccaggio di Montioni – sostiene Ulmi -. Una soluzione che permetta di coprire i prossimi mesi e di arrivare ad uno sviluppo futuro che porti anche alla sensibile riduzione della quantità di gessi rossi prodotti. Dipendenti ed azienda fino a poche settimane fa hanno marciato uniti e la decisione attuale rompe un fronte che, invece, non avrebbe dovuto dividersi, anche per non prestare il fianco a chi sa dire sempre e solo no e che fa di un ambientalismo sbagliato quella bandiera i cui costi li stiamo pagando anche con la crisi energetica ed economica attuale”.
Ulmi su questo tema non fa sconti. “Spero che il nuovo Governo dia impulso alla linea dettata in Parlamento di un ambiente che deve convivere con la presenza dell’uomo – sostiene ancora il consigliere regionale della Lega- Il polo chimico di Scarlino da decenni garantisce lavoro buono e dà un contributo importante al pil della provincia di Grosseto. Giusto chiedere le bonifiche, giusto anche chiedere di ridurre il quantitativo di gessi rossi, ma quello che è accaduto, e sta accadendo, rispedisce la nostra terra indietro di decenni e, soprattutto, rischia di aprire una crisi economica e sociale preoccupante, che coinvolge i dipendenti della Venator, si allarga all’indotto e rischia di creare gravi problemi anche alla confinante Nuova Solmine”.
“Conto che la Regione trovi presto una soluzione e, come sempre, sarò vicino alle istanze dei dipendenti, ma spero che ai tavoli istituzionali che si occupano di questa vicenda, vengano interessati anche i consiglieri regionali espressione del territorio e non solo gli esponenti della giunta. Solo dal confronto si può trovare una via d’uscita che possa salvaguardare un patrimonio industriale come quello di Scarlino”.