FOLLONICA – «L’azienda si fermi. Ritiri i licenziamenti e apriamo un tavolo di concertazione». Il grido di allarme che arriva dalla piazza di Follonica è unanime e unisce tutti: nella crisi che sta interessando la Venator di Scarlino, lavoratori, sindacati e rappresentanti delle istituzioni c’è una sola parola d’ordine, fermare i licenziamenti.
C’erano centinaia di persone stamattina nelle strade della città del Golfo per protestare contro il piano di tagli deciso dalla Venator che prevede il licenziamento di 41 dipendenti diretti e ha come conseguenza quella di mettere a rischio altre decine di lavoratori dell’indotto. Si parla da tempo, senza conferme ufficiali, di oltre 100 posti di lavoro che perderebbe questo territorio che coincide con il nord della provincia di Grosseto.
La vicenda del polo industriale del Casone rischia di diventare una bomba ad orologeria nel sistema occupazionale già in difficoltà della Maremma e per questo già da settimane è nato un fronte comune che vede allineate le richieste dei lavoratori e quella degli amministratori grossetani.
In piazza al fianco dei rappresentanti dei sindacati Cgil Cil, Uil e Ugl e alle Rsu (Rappresentanza Sindacale Unitaria) aziendali c’erano anche il presidente della provincia di Grosseto Francesco Limatola, e i sindaci di Gavorrano Andrea Biondi, di Scarlino Francesca Travison, di Massa Marittima Marcello Giuntini, di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine, e gli assessori di Follonica Mirjam Giorgieri e Alessandro Ricciuti e il presidente del consiglio comunale follonichese Francesca Stella.
Dopo lo sciopero di qualche settimana fa che ha visto molti lavoratori incrociare le braccia e fare un presidio di fronte ai cancelli della fabbrica, oggi i lavoratori e i sindacati hanno deciso di manifestare tra le strade della città manifestando la propria solidarietà anche nei confronti dei lavoratori dell’indotto.
Sulla vertenza è interventuo anche l’onorevole Marco Simiani (Pd), deputato del partito democratico. «La situazione della Venator va risolta con urgenza: la proprietà non può pensare di cancellare i problemi di produzione licenziando i dipendenti mentre le istituzioni devono definire modelli di sviluppo capaci di garantire la tutela di salute ed ambiente con la salvaguardia dei livelli occupazionali. La concomitanza con i lavori di Montecitorio mi impedisce di poter prendere parte alla manifestazione dei lavoratori ma garantisco che sto valutando le iniziative parlamentari più efficaci per poter affrontare questa problematica che riguarda decine di famiglie, a cui va il mio pieno sostegno e la mia solidarietà».
Anche l’onorevole Fabrizio Rossi (Fratelli d’Italia) commenta la situazione dei lavoratori della Venator. «Piena solidarietà e vicinanza ai lavoratori che martedì 25 ottobre sono scesi in piazza e hanno scioperato contro le scelte di Venator di licenziare 41 dipendenti dello stabilimento di Scarlino in provincia di Grosseto – ha dichiarato -. Le problematiche legate allo smaltimento dei gessi rossi è l’ennesimo e annoso braccio di ferro che intercorre tra Regione Toscana e il polo chimico scarlinese. Adesso, non è il momento dei tagli di personale e licenziamenti, ma è il momento di mettersi tutti assieme attorno ad un tavolo comune di concertazione per trovare soluzioni immediate. A breve presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro competente affinché intervenga».