GROSSETO – Ieri sera, dopo una grave malattia è venuto a mancare Ferdinando Amerighi, noto dermatologo del Misericordia di Grosseto, un professionista apprezzato non solo per la sua professionalità ma in particolare per la sua imponente umanità.
Da quattro anni in pensione si era ritirato nella sua proprietà a Madre Chiesa.
«Ciao Ferdinando. Questa volta non hai scherzato – lo ricorda Carlo Sestini -. Tu sempre con il sorriso sulle labbra e una innata leggerezza con la quale affrontavi i pazienti ma anche i problemi che la vita ti ha messo davanti. Giocoso, professionale, hai curato decine di migliaia di persone che si sono affidate alla tua competenza in campo dermatologico e medico. Amavi la campagna e la terra. Forse avresti preferito dedicarti a lei invece che donarti totalmente all’arte di Esculapio e divenirne un valido discepolo».
«Dopo la pensione hai trovato ristoro nel tuo buen retiro di Madre Chiesa, ma non hai avuto la possibilità di godertelo fino in fondo, come meritavi, con la tua Grazia, la persona che hai scelto che stesse al tuo fianco e con la quale hai condiviso due splendidi figli, Fulvia e Giulio. Anche il momento più difficile della tua vita l’hai affrontato con una dignità e una forza che ha dell’inverosimile come se per te il futuro fosse sempre dietro l’angolo. Amavi il canto, con la tua voce da baritono, e ti cimentavi con grande passione nel “Maggio”, contribuendo alla creazione di una famosa squadra di “maggerini”».
«Il male ha colpito il tuo corpo ma non il tuo spirito battagliero di maremmano vero, attaccato alle tradizioni, alla famiglia e al territorio. Mi mancherai Ferdinando e anche se le nostre frequentazioni erano fugaci e saltuarie, non dimenticherò l’affetto che hai sempre mostrato nei miei confronti e in quelli della mia famiglia. Ciao Nando»
Le esequie sono previste domani alle ore 10,30 nella chiesetta di Preselle, dove sarà poi tumulato, accanto ai suoi familiari più stretti.
«Alla moglie e ai figli, alla sorella Maria Grazia e al fratello Daniele le miei condoglianze personali e quelle delle mia famiglia» conclude Sestini.