GROSSETO – «La proposta di adesione del Comune di Grosseto al Manifesto della comunicazione non ostile è stata lanciata da me in Commissione pari opportunità già nella seduta precedente a quella dello scorso 18 ottobre. Martedì abbiamo votato e l’intera Commissione ha votato a favore della proposta, che vede enti, associazioni, pubbliche amministrazioni, aziende private aderirvi in tutta Italia» a parlare è Maria Claudia Rampiconi, componente della Commissione pari opportunità del Comune di Grosseto. Rampiconi commenta la nota stampa di Grosseto al centro sullo stesso argomento.
«Nell’articolo ci sono due osservazioni a mio avviso poco chiare, ma soprattutto non vorrei che sfuggissero alcuni dati importanti: il Comune di Grosseto era stato invitato a sottoscrivere questo Manifesto già l’anno scorso, esattamente il 25 novembre 2021, in occasione di un convegno nell’Aula magna dell’Università di Grosseto organizzato dalla consigliera di parità Laura Parlanti a cui sono stata invitata come relatrice sul tema di linguaggio e violenza di genere, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Quel giorno era stato consegnato all’assessore Luca Agresti una copia del Manifesto e mi era stato assicurato che sarebbe giunto nelle mani del sindaco per una discussione sull’adesione del nostro Comune. La cosa poi non è andata avanti ed è questo il motivo per cui, già a settembre, ho portato all’attenzione della Commissione questo importante strumento per la “corretta comunicazione” a tutti i livelli».
«Avevo (ed ho nuovamente) proposto l’adesione del Comune di Grosseto a questo manifesto perché non è affatto banale che si rispettino i punti di questo decalogo. Faccio a questo punto delle domande:
• perché viene riportato come “degno di nota” l’intervento dell’assessore che tuttavia, e me ne dispiaccio davvero molto, ha un po’ banalizzato nonché quasi “rispedito” al mittente la proposta dicendo di organizzare convegni e incontri nelle scuole e con i genitori? Ricordo che qui stiamo chiedendo l’adesione del Comune di Grosseto al decalogo del Manifesto, non di una scuola né di altro ente pubblico o privato.
• gli interventi nelle scuole, e non solo, sono già stati fatti. Ne faremo certamente altri, ma questo sviare un po’ l’attenzione dall’intervento del Comune mi fa sorgere il dubbio che in realtà non si voglia sottoscrivere il Manifesto. Spero di sbagliarmi» prosegue Rampiconi.
«Probabilmente il lettore dell’articolo, a firma di un’ulteriore associazione che oggi interviene per dire “lo firmiamo anche noi”, “lo avevamo proposto anche noi” (come a voler mettere la bandierina sull’iniziativa invece di dialogare apertamente e congiuntamente con tutti e tutte), avrebbe avuto anche piacere e diritto di conoscere le risposte che sono state date direttamente in Commissione all’intervento citato come “degno di nota” dell’assessore Luca Agresti».
«Ho infatti specificato che il Manifesto è un decalogo che si può declinare in vari ambiti: dalla pubblica amministrazione (ed è precisamente questo il caso) agli enti privati, alle scuole. Ho ricordato il convegno del 2021, quando avevo trasmesso il Manifesto all’assessore per via informale. In quella occasione mi trovavo proprio di fronte a una platea di studenti e studentesse, quindi la sollecitazione di “andare nelle scuole” è ridondante, è stato già fatto. Lo farò ancora, più che volentieri, alla prima occasione utile».
«Il Manifesto della comunicazione non ostile insegna anche a essere chiari e precisi quando si comunica, quindi anche a riportare i fatti per come sono andati, e a citare le persone e gli attori coinvolti, tutti. In primis la Commissione Pari Opportunità del Comune di Grosseto, di cui sono onorata di far parte. Ringrazio di nuovo le componenti e i componenti della stessa Commissione per avere subito raccolto con positività questa proposta. A questo punto restiamo in attesa di leggere lo stesso comunicato di adesione da parte del Comune di Grosseto» conclude la nota.