GROSSETO – “Se l’impresa è donna, cresce la sostenibilità”.
In occasione del 15 ottobre, la giornata Internazionale delle donne rurali, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007, la vice presidente di Confagricoltura Grosseto, Ariane Lotti, punta l’attenzione sul ruolo femminile nelle imprese agricole maremmane e l’apporto che questo ha dato loro.
“Acclarato che rispetto a diversi anni fa, vi sia una maggiore presenza di imprese condotte da donne, – spiega la vice presidente di Confagricoltura – è altrettanto vero che il periodo pandemico ha creato maggiori problemi proprio verso chi si trova a ricoprire contemporaneamente diversi ruoli in seno alla famiglia. A fronte di questo vi è però una sorta di verità consolidata, ovvero che nelle imprese gestite da donne l’elemento che si colloca al centro è sempre e comunque la sostenibilità. In Maremma, dove abbiamo tanta natura e ambiente, questo aspetto emerge in maniera preponderante. La percentuale di attenzione verso questi aspetti nelle imprese sostenute da donne, viste le sfide non solo economiche e sociali ma anche ambientali cui siamo chiamati a rispondere, è sempre crescente e imprescindibile per crescere e per affrontare e risolvere le problematiche legate ai cam-biamenti climatici e mettere al centro temi in favore della sostenibilità.”
Tutto questo, secondo Ariane Lotti, è rafforzato da una visione d’insieme, una maggiore flessibilità e un’organizzazione più accurata, che sovente caratterizza l’impresa in rosa. “La partecipazione delle imprenditrici nel mondo agricolo – conclude Lotti – ha permesso di migliorare le innovazioni che il settore ha af-frontato e dovrà affrontare per venire a capo di crisi economiche, ambientali e sociali, passate, presenti e future.”
Infine un appello. “Auspico che sia concretamente preso in considerazione e valorizzato l’importante ruolo delle donne che vivono e lavorano in campagna così come quello della produzione, attuale più che mai, ma troppo spesso ancora sottovalutato”. In Italia le imprese agricole condotte da donne sono 204.214, la stragrande maggioranza delle quali in Sicilia. La Toscana si difende, ma c’è ancora molto da fare. Secondo l’Ente Bilaterale Agricolo Nazionale si registra un aumento delle lavoratrici dipendenti: impiegate, quadri e dirigenti, che raggiungono il 47% degli occupati. Le operaie rappresentano il 32% del totale. Quelle straniere sono complessivamente, il 24%, di cui il 39% comunitarie e il 17% non comunitarie.