FOLLONCA – «Ci sono persone giovani e meno giovani, con esperienze e passioni, che hanno la voglia di rendersi utili svolgendo piccoli lavori e servizi a favore della propria comunità cittadina verso la quale nutrono un vero e proprio sentimento di appartenenza».
Ad affermarlo è il consigliere comunale Massimo Di Giacinto.
«Lo sfalcio e la pulizia delle aree verdi pubbliche e scolastiche, la manutenzione di ringhiere e staccionate in legno, le piccole riparazioni dei giochi per i bambini nei parchi, sono solo qualche esempio di tutto quello che i volontari civici potrebbero fare in cambio di uno sconto sulla bolletta tari come riconoscimento dell’utilità sociale del loro impegno. Il ‘lavoro’ dei volontari civici darebbe una svolta al decoro urbano, pulizia e immagine della città. Tutti sappiamo quanto ce n’è bisogno».
«A Follonica ci sono già gruppi di cittadini, nati spontaneamente sui social, che organizzano giornate di pulizia nei parchi, nelle pinete e sulla spiaggia ma se riconosciuti, incentivati e coordinati dal Comune con tanto di disciplinare e accordi di collaborazione, lavorerebbero in modo più organizzato con la possibilità di vederli aumentare nel numero ed efficacia. E badate che ormai è ampiamente riconosciuta la relazione tra volontariato e buona salute fisica e mentale perché fare ‘volontariato civico’ è l’occasione per mettersi in gioco, sviluppare le proprie relazioni sociali e, soprattutto, dare soddisfazione al legame con la comunità cittadina aumentando la propria autostima».
«E poi perché non utilizzare i percettori del Reddito di cittadinanza per finalità civiche? È possibile, lo fanno già tanti comuni in giro per l’Italia. Non so cosa farà il nuovo governo riguardo al RdC anche se mi sembra di capire che vuole modificarlo, ma non cancellarlo, quindi la possibilità potrebbe continuare a esserci. Anche in questo caso, impegnando i beneficiari del sostegno economico, si potrebbero ottenere due risultati: l’aiuto al Comune nello svolgimento delle sue funzioni e l’opportunità di offrire alle persone, che vivono un particolare momento della loro vita sociale e lavorativa, la possibilità di restare attivi e acquisire nuove competenze. Se si vuole si può fare, e il lavoro non manca».