AMIATA – “I nostri rappresentanti politici ed istituzionali, alla cui elezione abbiamo anche noi contribuito, non possono ignorarci.
I continui ribaltoni della politica testimoniano e provano l’astrattezza e l’incapacità di una classe dirigente che non programma e non guarda più al futuro, neanche a quello più immediato, che si è allontanata dalla vita reale e che pone la sua attenzione più al valore elettorale dei cittadini che alla gestione delle politiche territoriali ed economiche”, a scriverlo, in una nota, Asea, l’Associazione per lo sviluppo economico del Monte Amiata.
“Sono ormai due anni che abbiamo chiesto alle istituzioni locali, iniziando dalla Regione Toscana, d’incontrare le oltre 120 aziende che rappresentiamo per costruire un percorso di ripresa e di sviluppo della nostra montagna – prosegue la nota di Asea -. Questo appello è rimasto senza risposte, per profonde responsabilità di chi ha guidato il governo del territorio fino ad oggi”.
“Ancora non si era insediato il presidente della Regione ed Asea aveva già pensato e redatto un progetto, che spaziava dalla scuola alla sanità, dall’agroalimentare al manifatturiero, dal turismo alle energie rinnovabili, dai trasporti alle linee telematiche, dalla forestazione all’agricoltura, e l’allora candidato alla Presidenza della nostra Regione ed ora attuale presidente, Eugenio Giani, lo sposò a pieno battezzandolo, lui stesso, Patto per l’Amiata”.
“Ci appare chiaro che non mancherebbe proprio niente, manca solo la volontà di mettersi insieme attorno ad un tavolo di concertazione con tutti i dodici comuni dell’Amiata. Lo abbiamo sempre ribadito, questo nostro progetto non ha assolutamente la pretesa di essere il progetto, ma solo un punto di partenza su cui ragionare, magari velocemente, proprio per costruire un percorso condiviso di territorio in cui le grandi risorse dell’Amiata vengano messe a sistema ed integrate fra loro, solo così potremo far risorgere il nostro territorio. Per ora tutti lo dicono ma nessuno lo fa”.
“Tutte le aziende vogliono questo e solo questo, anche perché chi fa l’imprenditore deve saper vedere lontano, e sa bene che solo unendo le forze e gli intenti si possono raggiungere traguardi importanti. I nostri continui appelli in tale direzione sono stati accolti solo pro forma, ad eccezione di qualche sindaco che però si è trovato di fronte ad un muro di gomma come da tempo accade in politica, ed i risultati poi sono indubbiamente evidenti. Qualche comune è partito da solo presentando progetti isolati sui primi fondi del Pnrr, senza preoccuparsi minimamente di coinvolgere né noi, né le varie associazioni di categoria che da tempo chiediamo, in coro, di partecipare fattivamente e in modo veramente collaborativo all’ elaborazione di un programma di sviluppo del territorio Amiatino, di cui noi imprenditori siamo il vero motore, quel motore che, già ora, dà lavoro ad oltre 2.000 famiglie.
Così facendo i sindaci e le istituzioni in genere, si stanno prendendo una grande responsabilità che mira a disunire più che ad unire”.
“Forse senza troppa consapevolezza, ma certe decisioni, prese in modo isolato e in completa autonomia risultano poco opportune e talvolta pericolose, forse non si è ben capito che i fondi del Pnrr e quelli derivanti dalla geotermia sono gli ultimi treni a disposizione. O si rifà l’Amiata o si muore”.