SANTA FIORA – “Dopo il clamoroso ribaltamento del risultato elettorale a Santa Fiora con il passaggio di 104 voti dalla lista Di Maio a quella del Pd, chiediamo di fare chiarezza e ci domandiamo se non sia il caso di un ulteriore riconteggio delle schede da parte degli organi preposti”, così Diego Bui (Fratelli d’Italia), Riccardo Ciaffarafà (Forza Italia), e Paolo Vichi (Lega Nord).
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“Non è infatti secondario – proseguono -: questo travaso di voti ha contribuito a far passare un deputato Pd invece di un deputato di un altro schieramento grazie proprio alla ripartizione proporzionale. Pare che fossero davvero una manciata di voti quelli che mancavano al candidato Pd per essere eletto, tant’è che già il sito del Viminale lo dava fuori dal parlamento e lui stesso aveva fatto un lungo post di commiato dalla politica. Poi il colpo di scena della inclusione ed a ruota il riconteggio dei voti proprio a Santa Fiora a favore del Pd”.
“Cosa strana anche che la lista Di Maio abbia ottenuto zero voti, quando altre liste sconosciute, come prassi, qualche voto lo hanno preso”.
“Esprimiamo una preoccupazione legittima poiché le consultazioni elettorali a Santa Fiora puntualmente presentano sempre problemi e “casi” a dir poco tragicomici. Come, ad esempio, fu per le elezioni comunali la nomina di presidente di seggio la mamma di un candidato Pd che poi divenne vice sindaco e, nonostante le proteste e la richiesta di intervento da parte del Prefetto da parte dell’opposizione, non venne rimossa perché non esisteva una legge tale per farlo. Caso unico in Italia, dove l’unica soluzione era quella della rinuncia spontanea per buon senso della stessa presidente che non ci fu”.
“Dunque si ripresenta un “problema” proprio in questo Comune e per l’appunto con un travaso di voti importante e significativo per gli equilibri complessivi. Un travaso che cercando in rete è successo in pochi altri degli 8000 comuni italiani”.
“Fare chiarezza sulla vicenda è cosa dovuta ai tanti cittadini che credono nell’esercizio democratico del voto e nella serietà della segretezza e espressione”, concludono Bui, Ciaffarafà e Vichi.