GROSSETO – “Una serie di possibilità, forse non note ai più, che, grazie al mio forte pressing sull’assessorato e in commissione sanità, possono essere una soluzione per chi deve fare i conti con le reazioni avverse ai vaccini anti Covid, assicurando loro anche maggiore chiarezza”. Lo afferma il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi, vicepresidente della commissione sanità, dopo che aveva sollecitato l’assessore Bezzini e i dirigenti del suo ufficio per sapere se e, soprattutto, come vengono presi in carico i soggetti che hanno subito reazioni avverse.
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“In una mia precedente interrogazione – sostiene Ulmi – mi fu risposto che su oltre otto milioni di dosi, sono state più di seimilacinquecento le reazioni avverse. Una percentuale esigua, ma comunque importante per chi la subisce, che non ha colpito persone contrarie ai vaccini, ma che in questi hanno creduto e che si sono sottoposte alla profilassi. Mi era stato risposto che sarebbero stati curati dalle Asl di riferimento. Si tratta di persone che hanno sofferto di pericarditi, neuropatie, dolori muscolari e altro. Da quello che però mi risulta, in realtà, queste persone sono state costrette a curarsi in forma privata, spendendo diversi soldi, perché non prese in carico dal servizio pubblico. Da qui la mia domanda in sede di commissione”.
“Mi è stato risposto – afferma Ulmi- che le reazioni avverse vengono accertate direttamente dai medici di medicina generale che, laddove ravvisino un problema collegato alla profilassi, lo devono segnalare alla farmacovigilanza che indirizzerà il paziente dallo specialista del caso, oppure il medico può prescrivere direttamente lui la visita per una sospetta ragione avversa. Ma c’è anche un ulteriore passaggio, spiegato in Commissione. Il Ministero, con la legge 210 del 1992, ha riconosciuto le malattie da reazione avversa ai vaccini, che chiaramente si estende anche a quelli anti Covid. Nel caso in cui una persona ne soffra può richiedere una visita di fronte ad un’apposita commissione che, una volta averla accertata, assicura un ristoro economico per chi si trovi in questa situazione”.
“E’ importate – conclude- che queste persone non vengano lasciate sole in un momento di sofferenza, fisica e psicologica. Prendo atto delle risposte e delle opportunità. Adesso è fondamentale metterle in atto”.