GROSSETO – Oltre cinque ore di attesa per una visita che era stata programmata e fissata dal Pronto soccorso.
Un’odissea quella che ha vissuto una donna grossetana che ha portato l’anziano padre in ospedale.
«Il 27 settembre sono andata in ospedale con mio padre – racconta – per una visita all’ambulatorio di urologia. La visita era stata programmata il 22 settembre. L’appuntamento l’aveva preso direttamente il Pronto soccorso che mi aveva rilasciato un foglio con data e orari».
«Ci siamo presentati alle 9.30 in sala Tulipano visto che l’appuntamento era per le 10. Alle 11, vedendo che chiamavano tutti meno che noi, e oltretutto facendo passare pazienti con appuntamento alle 11 e 15 ho chiesto spiegazioni. Mi hanno risposto che non eravamo nella loro lista».
«Dopo vari solleciti – prosegue – alle ore 12 ci hanno fatto entrare. Hanno tolto il catetere a babbo dicendo di ritornare alle 13 e 15; così abbiamo fatto, peccato che non ci fosse la dottoressa che è arrivata dopo le 14».
«È mai possibile che non ci sia un minimo di organizzazione e comunicazione tra il pronto soccorso e gli ambulatori? E soprattutto è possibile che il mio babbo, di 93 anni, debba essere sballottato come un pacco, senza un minimo di rispetto per le sue condizioni fisiche e per la sua età? Non eravamo gli unici ad aver avuto problemi. Tra coloro che si lamentavano anche un operatore di ambulanza che accompagnava una signora».