FOLLONICA – L’esubero dei 41 dipendenti della Venator dell’area industriale di Scarlino è stato l’argomento dell’incontro avvenuto questo pomeriggio, martedì 27 settembre, tra il sindaco di Follonica Andrea Benini e la Rappresentanza sindacale unitaria, locale e provinciale. L’azienda ha recentemente avviato una procedura per il licenziamento di 41 dipendenti: una notizia inaspettata e che ha destato grandi preoccupazioni. All’incontro di questo pomeriggio hanno preso parte anche l’assessora all’ambiente Mirjam Giorgieri, l’assessore al bilancio Francesco Ciompi e i consiglieri comunali Giacomo Manni e Giovanni Balloni.
Benini si è confrontato con le Rsu, mostrando pieno appoggio per le iniziative in difesa dei posti di lavoro. «La comunicazione dell’esubero è inaccettabile – ha detto – soprattutto di fronte alle nuove prospettive che sembravano esserci per il futuro dell’azienda. Nelle scorse settimane il Tar della Toscana ha infatti dato risposta positiva alla richiesta di sospensione della diffida relativa alla cava di Montioni, a seguito del ricorso presentato da Sepin e da Venator. Una soluzione a breve termine per lo stoccaggio dei gessi, proprio perché permette alla fabbrica di continuare a produrre Ti02».
Nella cava di poggio Speranzona, proprio per questo motivo, si è tornati a stoccare i gessi rossi, materiale di scarto prodotto dalla Venator nel ciclo di produzione del biossido di titanio. Non manca l’ipotesi di stoccaggio nei terreni di proprietà della Solmine, di fianco a Venator. «Ci sono poi nuove prospettive sulla cava della Vallina – ha continuato Benini – l’azienda ha fatto un investimento e adesso dovrà iniziare l’iter autorizzatorio che, ovviamente, non sarà banale. Di fronte a tutte queste novità, di fatto positive, non si riesce ad inquadrare la notizia dell’esubero dei dipendenti. Ci saremmo aspettati la richiesta di gestione di una fase transitoria – ha proseguito Benini – ma non certo delle misure tanto drastiche come i licenziamenti».
Durante l’incontro è stata dipinta una situazione «grave e preoccupante», come sostengono le Rsu che hanno poi parlato di un «comportamento inaccettabile da parte di Venator». L’intenzione adesso è quella di chiedere il ritiro della procedura e di coinvolgere anche i tanti lavoratori dell’indotto nella discussione.
«Vogliamo capire la strategia dell’azienda – ha spiegato Benini – ci aspettavamo dei passi che non sono stati fatti e, anche con le istituzioni, le comunicazioni sono state poche e non chiare. L’azienda ha preso una decisione drastica e chiamare le istituzioni era un atto dovuto. Ci aspettavamo che la società lavorasse con un approccio nuovo, anche insieme ad altri soggetti e agli enti preposti all’individuazione di soluzioni a medio e lungo periodo, così da ridare solidità all’azienda e, di conseguenza, alle tante lavoratrici e lavoratori impiegati».
Secondo Benini, mentre si ragiona dell’immediato è necessario anche guardare al lunghissimo periodo, come, ad esempio, nella realizzazione del protocollo di intesa stilato da Regione Toscana e Venator. L’unico modo per uscire dalla crisi, secondo Benini, è infatti quello di tenere unite le due visioni, quella per il breve e quella per il lungo periodo, portando la società a trovare soluzioni concrete, come quella della riduzione dei gessi rossi. Il sindaco ha poi concluso: «Non dobbiamo perdere tempo ed essere determinati nel garantire la certezza e la dignità del lavoro, non possiamo rischiare di compromettere il futuro di centinaia di famiglie e di un polo manifatturiero importantissimo per tutto il territorio. Il venir meno di Venator comprometterebbe drammaticamente il presente e il futuro dell’intero polo industriale e, di conseguenza, del nostro territorio. Tutelare i posti di lavoro è indispensabile».