GROSSETO – Si è recato normalmente al seggio, ma solo per astenersi. È quel che è successo in una delle sezioni elettorali di Grosseto. Con la conseguenza che le operazioni di voto sono state rallentate e si è creata, solo per quella sezione, una lunga fila sino al cancello della scuola che ospita il seggio.
«Siamo in fila da oltre due ore» racconta un cittadino con in mano documento e la tessera elettorale. Ogni tanto uno dei responsabili del seggio si affaccia e chiama “un uomo” “una donna” e pazientemente gli elettori si fanno avanti.
Ma come funziona l’astensione? Di fatto è un rifiuto da parte dell’elettore a ritirare le schede. Il cittadino si fa normalmente registrare: documento, tessera elettorale, ma non ritira le schede per votare chiedendo al presidente del seggio di inserire a verbale le ragioni del rifiuto e della protesta.
Non c’è una legge specifica a normare questa condotta e così ci si rifà ad una circolare del ministero dell’Intero che recita: «Al riguardo, si ritiene che, in tali evenienze, il presidente del seggio – al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle operazioni – possa prendere a verbale la protesta dell’elettore e il suo rifiuto di ricevere la scheda, purché la verbalizzazione sia fatta in maniera sintetica e veloce, con l’annotazione nel verbale stesso delle generalità dell’elettore, del motivo del reclamo o della protesta, allegando anche gli eventuali scritti che l’elettore medesimo ritenesse di voler consegnare al seggio. Per quanto attiene la rilevazione del numero degli elettori, appare utile rammentare che coloro che rifiutano la scheda non dovranno essere conteggiati tra i votanti della sezione elettorale».