GROSSETO – Si sono ritrovati questa mattina alle 8 di fronte ai cancelli della “loro” fabbrica, la Venator di Scarlino, dove nella giornata di ieri è stato annunciato il nuovo piano aziendale che prevede il licenziamento di 41 lavoratori.
Una decisione che per lavoratori e sindacati è inaccettabile e che è arrivata all’improvviso dopo mesi di trattative e di discussioni sul futuro del polo chimico del Casone. Tra l’altro una decisione che arriva dopo che altri 17 lavoratori sono usciti per vari motivi dall’azienda. Questo significa che in poco tempo il personale si ridurrebbe di ben 58 unità.
Di prospettive di sviluppo e di rilancio si era parlato nei tavoli istituzionali già a partire dalla primavera scorsa e come hanno detto anche i rappresentanti sindacali delle quattro sigle presenti alla Venator, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, «nel momento in cui si intravedeva un percorso da seguire per il futuro dell’azienda è arrivata questa doccia fredda».
In ballo non c’è soltanto il destino di 41 lavoratori e delle loro famiglie, ma anche di tutte quelle persone che sono impiegate nell’indotto: parliamo di servizi che sono legati all’attività dello stabilimento di Scarlino come ad esempio la mensa e le pulizie. Dalle prime analisi del piano della Venator sono a rischio almeno altre 80 persone.
Al fianco dei lavoratori in questa battaglia anche i rappresentanti delle istituzioni del territorio: in segno di solidarietà erano presenti il presidente della provincia di Grosseto Francesco Limatola e i sindaci di Scarlino Francesca Travison, di Follonica Andrea Benini, di Gavorano Andrea Biondi, di Massa Marittima Marcello Giuntini, di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine.
Noi abbiamo seguito la manifestazione di questa mattina sia con due dirette che con le foto di Giorgio Paggetti.