AMIATA – “Amiata Energia S.p.A. ha adeguato le sue tariffe per la stagione termica 2022/2023 in base a quanto previsto dal Regolamento di fornitura che è parte integrante del contratto che regola i rapporti con l’utenza, nel rispetto di quanto stabilito nella concessione pubblica”, spigano dalla società.
“L’art.11 del Regolamento di Fornitura – proseguono da Amiata Energia -, infatti, prevede che le tariffe vengano adeguate automaticamente ogni anno in base alla variazione registrata dall’Indice generale nazionale dei prezzi al consumo delle famiglie di operai ed impiegati comunicato dall’Istat e relativo al mese di luglio di ogni anno”.
Ecco un esempio di calcolo realizzato su un utente tipo:
Volumetria riscaldata di 324 mc (ovvero 100 mq di superficie calpestabile e 2,7 m di altezza), che nella stagione termica precedente ha pagato una rata mensile di euro 152,00 e che nella stagione termica nuova 2022-2023 pagherà una rata di euro 171,00:
“Dalla tabella – proseguono da Amiata Energia – esposta si evince che la società, adeguando il costo del servizio alla variazione del tasso di inflazione, ha generato un aumento del 7,71% rispetto all’anno precedente. Il fatto che l’aumento del costo finale per l’utente risulta del 12,50% non dipende dalla volontà della società, ma dal fatto che la misura dell’agevolazione fiscale concessa sul teleriscaldamento è definita per legge e non si adegua alle variazioni dell’inflazione. Perché il costo finale risultasse incrementato del solo 7,7% (indice Istat), sarebbe stato necessario che lo Stato avesse incrementato in base all’Istat anche il credito d’imposta, che è l’importo che viene detratto dal costo sostenuto dall’utente. L’aumento esposto in bolletta, pertanto, è contrattualmente ampiamente giustificato”.
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“Tenuto conto delle considerazioni riportate nell’articolo relative ai costi di produzione, si coglie l’occasione per rimarcare che da un punto di vista meramente industriale l’aumento tariffario risultante agli utenti è sicuramente inferiore all’aumento dei costi di produzione che Amiata ha sostenuto; è opportuno infatti specificare che, all’interno dei costi di fornitura del vettore termico da teleriscaldamento, una cifra significativa, non menzionata negli articoli pubblicati, è rappresentata dal costo dell’energia elettrica necessaria per il funzionamento dell’impianto di produzione, distribuzione, regolazione e controllo. Tale costo, come facilmente verificabile da tutti gli organi di comunicazione e informazione, è più che raddoppiato rispetto a 2021”.
“Per quanto sopra esposto si può affermare che l’utenza allacciata alla rete non ha subito alcun incremento ingiustificato e anzi ha beneficiato di condizioni di favore sia rispetto ad un confronto con quanto avvenuto a utenze servite da fonti energetiche tradizionali e rispetto all’aumento dei costi industriali di Amiata”, concludono dalla società.