GROSSETO – Un gruppo aziendale e multidisciplinare attivo dal 2019 e presente in maniera capillare in tutte le zone; è da qui che parte la battaglia della ASL Toscana sud est all’Alzheimer e alle demenze, patologie che nella nostra regione colpiscono 85 mila persone e oltre 1,2 milioni in tutta Italia.
Nella Asl Tse i pazienti in carico al servizio sanitario che presentano diagnosi correlata all’Alzheimer e alle demenze sono 7.556 (3.045 Arezzo, 2.335 Grosseto, 2.176 Siena, quest’ultimo dato che non include la Aous), ma se aggiungiamo i dati delle persone non diagnosticate si arriva a 17mila, raddoppiando i numeri.
Cuore degli interventi in questo campo sono i gruppi Cdcd (Centri Disturbi Cognitivi e Demenze) che mettono assieme medici specialisti (geriatri e neurologi), infermieri con esperienze sulle demenze ed un approccio multispecialistico che coinvolge psichiatri, radiologi, medici di medicina nucleare, psicologi e che mette al centro il rapporto con i medici di medicina generale.
Questo gruppo di professionisti opera sia in ambito ospedaliero che territoriale e garantisce la diagnosi precoce ed una presa in carico adeguata. I riferimenti dei Cdcd presenti nella Asl Tse sono consultabili nel sito della Regione Toscana https://www.regione.toscana.it/-/demenze-e-alzheimer ) ed operano a stretto contatto con le Direzioni Distretto, i Mmg e gli ospedali.
Il Contesto
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa invalidante, una malattia che colpisce la memoria e le funzioni cognitive, la capacità di parlare e di pensare, causa anche stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. Il primo passo, dopo il sospetto del disturbo, è quello di contattare il proprio medico di famiglia per una prima valutazione. Da li parte un percorso di studio ed esami che coinvolge tutti i professionisti del Cdcd che ogni sei mesi fanno valutazioni con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita del paziente affetto da demenza e della sua famiglia, valorizzando e potenziando le professionalità esistenti, creando sinergie lavorative e relazionali grazie anche alle opportunità che la tecnologia offre.
“L’approccio diagnostico alle varie forme di demenza – afferma il dottor Luciano Gorelli coordinatore della Rete Aziendale Alzheimer – in questi anni si è modificato con l’introduzione di nuovi criteri diagnostici che includono l’utilizzo di neuroimmagini convenzionali e quantitative, di indagini di medicina nucleare, di marcatori biologici liquorali (proteina amiloide, tau, neurofilamenti a catena leggera) e di test molecolari per la diagnosi differenziale e la diagnosi precoce. L’impegno della Asl e dei gruppi Cdcd è quello di fornire una risposta appropriata e tempestiva per la gestione di queste patologie migliorando il funzionamento del sistema di rete e assistendo il paziente e le famiglie”.