GROSSETO – Inaugurata oggi, al polo culturale le Clarisse la Città visibile 2022. L’evento torna con tre mostre: Retaggi”, “Singolare plurale” e “Postfotografie”.
La Città visibile, sul tema “Oltre il brand: l’identità estetica della Maremma tra mito e nuovi immaginari culturali”, è la manifestazione d’arte e animazione culturale urbana promossa dal Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura, in co-organizzazione con il Comune di Grosseto, in collaborazione con l’istituzione Le Mura e il contributo della Fondazione CR Firenze.
Ecco il programma della giornata inaugurale al Polo culturale Le Clarisse.
La mostra “Retaggi” è a cura di Mattia Lapperier e propone le opere di Alfredo Rapetti Mogol – il figlio del celebre autore Mogol – e Flavio Tiberio Petricca: è «un inedito dialogo interno tra i due artisti e la collezione d’arte antica che li ospita, proponendo al contempo una riflessione su ciò che normalmente si intende per retaggio culturale. Si confrontano – dichiara il curatore Mattia Lapperier – arte contemporanea e arte antica risalente a un periodo compreso tra il XIV e il XVII secolo. Gli artisti si pongono alla ricerca di una matrice comune, che vada al di là della mera citazione del classico, che si soffermi sui singoli materiali, sul gesto, sul linguaggio.
Flavio Tiberio Petricca e Alfredo Rapetti Mogol, ognuno attraverso il proprio percorso artistico e specifico linguaggio, hanno instaurato un rapporto intimo e viscerale con l’arte, intesa nel senso più ampio del termine, e più in generale con la cultura del passato. Rapetti Mogol utilizza la parola come elemento di raccordo con il passato: da sempre al centro della propria ricerca, tanto nella componente fonetica quanto in quella segnica e semantica, la parola rappresenta per l’artista un prezioso momento di continuità con le origini. Oltre a incarnare lo strumento di comunicazione per eccellenza, è celebrata quale autentico e prediletto, principio di civiltà. E se le opere di Rapetti Mogol visualizzano nello spazio ciò che normalmente attiene al senso dell’udito, Petricca coinvolge nel suo lavoro, oltre alla vista, il tatto. Propone una selezione di opere realizzate a tecnica mista in oro, su pannelli mobili o a terra, in aperto dialogo con i capolavori della Collezione Luzzetti. Inoltre presenta una scultura ideata appositamente per gli spazi della Chiesa dei Bigi, oltre a una serie di micro-interventi disseminati all’interno dello spazio espositivo.
Alfredo Rapetti Mogol propone invece una selezione di opere bidimensionali che si pongono come esplicita riflessione sulla preziosità della parola, intesa come elemento di civiltà e strumento primario di condivisione tra i popoli. L’artista ha inoltre installato nello spazio anche una serie di sculture in marmo grezzo, quasi si trattasse di lasciti testamentari di una cultura lontana: su quei blocchi semilavorati sono incise lettere che, nonostante presentino un aspetto classico, si mostrano come una sorta di scomposizione alfabetica elementare. Frammentari, insoluti, ermetici, i lavori di Rapetti Mogol alludono a inequivocabili testimonianze del passaggio dell’uomo che, per mezzo del potere del linguaggio, può ancora esprimere sparute tracce civiltà».
“Singolare plurale” è invece una mostra di giovani artisti curata dall’associazione Grow: saranno in esposizione le opere di Cosimo Casoni, Matteo Gobbo, Librafra, Francesca Bianchi e Matteo Verrocchi con Profondissima. «La mostra – spiegano i curatori – si inquadra come un gioco di scala, un continuo passaggio dal microscopico al macroscopico, dove la singola unità diventa strumento per comprendere, analizzare e scoprire la comunità, intesa come pluralità di individui».
La terza esposizione, “Postfotografie – 16 fotografi riflettono la Grosseto contemporanea”, è a cura di Vanessa Rusci e propone le opere di David Aquilino, Carlotta Bevacqua, Michelangelo Bonitatibus, Alessandro Fazi, Alberto Franceschini, Michele Fusco, Chiara Innocenti, Indre Lakickaite, Giacomo Picchi, Luciana Santioli, Daniele Sarno, Chiara Severi, Paola Strappafelci, LauraTralli, Elettra Vannucci e Cecilia Vergari. «La mostra presenta alcuni lavori realizzati durante un laboratorio di arte e fotografia tenuto in Clarisse – spiega la curatrice – per fornire ai partecipanti gli strumenti per raccontare la Maremma fuori dagli stereotipi di rappresentazione, sperimentando i nuovi linguaggi della fotografia e dell’arte contemporanea. Collage digitali, deframmentazioni, autoritratti e performance, installazioni, sovrapposizioni e poesie, stati d’animo, suggerimenti per il futuro, critiche e sogni sono stati gli argomenti e gli strumenti espressivi proposti nel laboratorio, che ha previsto anche un progetto di gruppo: per mezzo di una serie di set fotografici realizzati negli spazi pubblici della città, raccontare Grosseto attraverso i ritratti dei suoi abitanti».
Le mostre saranno aperte al pubblico al Polo culturale Le Clarisse dal martedì alla domenica con orario 10-13 e 17-20; ingresso 3 euro (ridotto 2 euro); ingresso gratuito – oltre all’inaugurazione di sabato 17 – anche sabato 24 settembre dalle ore 18 a mezzanotte in occasione della Notte visibile della cultura; info: 0564 488066.