GROSSETO – Se la società del Grosseto calcio fa silenzio stampa, i tifosi maremmani più fedeli, presenti e accorati della Curva Nord sono di tutt’altro avviso. Questo il loro recente comunicato, una lettera apertissima dove poco o niente viene risparmiato da chi, fino ad un anno fa, lottava e si impegnava ogni giorno per il Grifone con lo slogan “Il calcio a modo nostro”.
«Ora basta – esordisce la missiva -. Abbiamo pazientato 9 mesi. 9 mesi di tante chiacchiere e nessun fatto. 9 mesi di promesse, retrocessioni, finti ripescaggi, foto di assegni, direttori sportivi cambiati (4) proclami. E per finire il teatrino della scorsa settimana col direttore generale che sconfessa il nuovo presidente. In mezzo a tutto questo una campagna acquisti non all’altezza delle aspettative, delle ulteriori promesse fatte e tre sconfitte su tre partite ufficiali giocate».
«Grosseto merita rispetto.Se l’attuale “proprietà” pensa di venire qui a fare giochini tipici dei faccendieri di questo calcio schifoso sappiano che troveranno la porta sbarrata e una tifoseria pronta a fare la guerra in difesa dei colori biancorossi. Non verranno tollerate ulteriori umiliazioni sia sul campo e soprattutto fuori. Pretendiamo una squadra che combatta e una proprietà che onori tutti gli impegni, sia a livello di stipendi dei tesserati seri che per quello che riguarda fisco e fornitori, compresi i grossetani che avanzano da mesi, anche se le premesse sono tutt’altro che incoraggianti».
Le accuse della lettera si espandono ancor di più: «Anche l’amministrazione comunale (che ha sostenuto questa società con frasi smielate e faccine nei selfie e con un impegno mai visto) non è a nostro avviso esente da colpe, soprattutto in considerazione della questione Centro sportivo di Roselle. Chi pagherà le rate del mutuo del Centro sportivo qualora nuovi proprietari non lo facessero? Siamo sicuri che siamo così puliti come garantito da alcuni amministratori? Chiediamo con forza che ognuno faccia il proprio mestiere nel rispetto di una maglia con 110 anni di storia e di una città capoluogo di provincia. Noi faremo il nostro sostenendo 90 minuti la maglia e chiedendo conto dell’operato della proprietà fino a oggi e vigilando (noi per davvero) comunque giorno per giorno. Perché la squadra di calcio è dei tifosi e non faremo nessuno sconto a chi non ci rispetta (società o amministrazione che sia)» (foto Orlando).