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GAVORRANO – Si è svolto nella giornata di ieri a Tortosa in Spagna l’incontro tra il giudice e i legali delle parti coinvolte nel tragico incidente di pullman in cui nel 2016 persero la vita 13 studentesse universitarie, di cui sette italiane.
Dalle prime notizie che arrivano dalla Spagna si sarebbe trattato di un incontro della durata di quasi quattro ore, ma contrariamente a quanto auspicato dalle famiglie delle vittime, durante l’incontro non è stata stabilita la data del processo che a questo punto rischia di slittare alla fine del prossimo anno.
«Si parla del 3 ottobre 2023 per l’inizio del processo, una data che circola da qualche giorno in modo non ufficiale – spiega Gabriele Maestrini, padre di Elena, la studentessa di Gavorrano rimasta vittima dell’incidente -. Per noi è inaccettabile dover attendere un altro anno, ci rifiutiamo di accettarlo. Siamo indignati, delusi e arrabbiati».
L’incontro di ieri, da quello che emerge da una prima mail arrivata ai genitori delle vittime da parte dei loro legali in Spagna, è stato esclusivamente di natura tecnica, in cui sono stati approfonditi gli aspetti processuali per individuare le modalità di portare avanti il caso e la possibilità di snellire il procedimento.
I genitori delle vittime speravano, invece, in uno sforzo in più da parte della magistratura spagnola e di conoscere almeno la data della prima udienza. «Spero ancora che il processo inizi entro la fine del 2022 – dice Gabriele Maestrini -, ma non so più cosa pensare. Sono passati due anni da quando il conducente è stato rinviato a giudizio, dover aspettare un altro anno per l’inizio del processo è assurdo».
Maestrini, conosciuto anche per le sue numerose azioni di protesta, è pronto a tornare all’ambasciata spagnola di Roma: «Non posso fare molto, ma se la situazione non si sblocca velocemente farò un sit-in di protesta il 20 di ogni mese a partire da ottobre 2022 finché non inizia il processo».
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